Il subaffitto dovrebbe essere più controllato. Secondo una proiezione di gfs.bern, il popolo svizzero sosterrebbe questa riforma con una percentuale del 51%. Le risoluzioni agevolate del contratto per esigenze proprie sarebbero invece rifiutate al 51%.
I risultati parziali rientrano ancora in un margine di errore del +/- 3%. In diversi cantoni di lingua tedesca, come San Gallo, Grigioni o Argovia, il “sì” a un subaffitto più regolamentato è chiaramente in testa. Anche il Ticino dovrebbe accettare la riforma con oltre il 54%.
Anche nella Svizzera romanda il Vallese si avvia verso l’accettazione. Ginevra dovrebbe invece dire “no” con oltre il 64%, mentre anche Vaud e Basilea Città si collocano nel campo dei rifiuti. A Friburgo per il momento prevale il no.
Il popolo svizzero potrebbe invece rifiutare l’altra riforma, che riguarda i licenziamenti agevolati per esigenze proprie dei proprietari. Secondo risultati parziali, la riforma verrebbe rifiutata in tutti i cantoni francofoni, in particolare a Ginevra dal 67% della popolazione. Solo il Vallese fa eccezione.
Nella Sarine si collocano nel campo dei no anche Zurigo (56% no), Lucerna e Basilea Città. Molti altri cantoni, invece, sono chiaramente a favore del sì, come ad esempio Svitto e San Gallo (59%) o Argovia (52%).
Due riforme
L’anno scorso il Parlamento ha approvato due progetti degli ambienti proprietari. La prima riguarda il subaffitto, la seconda la risoluzione del contratto di locazione per esigenze proprie dei proprietari. L’Associazione svizzera per la difesa degli inquilini (Asloca) ha lanciato con successo un referendum contro le due revisioni.
In un contesto di carenza di alloggi, secondo gli ambienti dei diritti e dei proprietari, il diritto di locazione deve essere allentato. La sinistra e Asloca denunciano un “irrigidimento” sfavorevole agli inquilini.
Il primo progetto ha l’obiettivo dichiarato di prevenire il subaffitto abusivo. Gli inquilini dovranno in futuro inviare una richiesta scritta al locatore se desiderano subaffittare il loro alloggio. E anche il locatore deve rispondere per iscritto. Quest’ultimo può anche rifiutare il subaffitto se dura più di due anni o gli presenta notevoli inconvenienti.
Il secondo progetto mira a semplificare la risoluzione del contratto di locazione per le esigenze dei proprietari. Secondo la legge in vigore, questi ultimi possono utilizzare rapidamente l’alloggio o il locale commerciale preso in affitto, facendo valere un bisogno urgente per se stessi o per i loro parenti stretti.
In realtà, spesso è difficile per loro dimostrare l’urgenza di questa esigenza. Il che può portare a lunghe procedure legali, ha sottolineato la destra. La revisione chiarisce cosa si intende per urgenza: un bisogno importante e attuale, oggettivamente accertato.
Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonte: ats
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