Crimini contro l’umanità e crimini di guerra: queste le accuse mosse dai giudici della Corte penale internazionale (Cpi) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant, destituiti lo scorso 5 novembre. Giovedì 21 novembre i tre giudici hanno emesso i mandati di arresto richiesti a maggio dal procuratore Karim Khan contro i due funzionari israeliani. Una prima volta per la Corte penale internazionale contro i leader di un paese occidentale.
Il primo ministro israeliano ha giudicato questa decisione “antisemita”, ritenendosi vittima di una nuova “Processo Dreyfus”. Il signor Gallant, da parte sua, ha denunciato a “precedente pericoloso” Chi “incoraggia il terrorismo”. In Israele attorno ai due imputati si è subito formata una forma di unione nazionale. “È un giorno buio per la giustizia. Una giornata nera per l’umanità”ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog, mentre il leader dell’opposizione Yaïr Lapid lo stima “Questi mandati di arresto sono un vantaggio per il terrorismo”. Al contrario, l’Autorità Palestinese lo ha visto come un “segno di speranza” e Hamas “Un passo importante verso la giustizia”.
Benyamin Netanyahu e Yoav Gallant sono perseguiti come coautori di “ crimini di guerra per aver utilizzato la fame come metodo di combattimento e co-perpetratori di crimini contro l’umanità per omicidio, persecuzione e altri atti disumani “. Sono anche sospettati, in quanto leader politici, di attacchi intenzionali perpetrati contro la popolazione civile di Gaza. Un riferimento a eventi accaduti tra l’8 ottobre 2023, il giorno dopo l’attacco al sud di Israele da parte di Hamas, e il 20 maggio 2024, data in cui il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha richiesto questi mandati di arresto dopo sei mesi di indagini effettuato nell’ambito di un’indagine aperta nel 2021 sui presunti crimini dello Stato ebraico nel territorio palestinese occupato da Israele (Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est). Lo Stato di Palestina ha aderito alla Corte Penale Internazionale nel 2015.
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“Violazione del diritto internazionale umanitario”
Secondo la Camera preliminare i fatti riguardano “le attività degli organi governativi e delle forze armate israeliane contro la popolazione civile della Palestina, più in particolare i civili di Gaza”, commessi nel contesto di un conflitto armato internazionale, e “tra una potenza occupante e la popolazione di un territorio occupato”.
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