Secondo le nostre informazioni la versione della vittima non è mai cambiata. Ha raccontato esattamente la stessa storia al tassista, ai primi soccorritori della polizia la sera dell’incidente, ad Aspasie (associazione per la difesa delle lavoratrici del sesso), alla RTS, al suo avvocato, poi al procuratore generale. Inoltre, il gendarme in questione non avrebbe chiesto spontaneamente di essere messo in contatto con i colleghi che gestivano il caso. Il centro lo avrebbe invitato a tornare sul posto, ma lui avrebbe risposto che non poteva viaggiare, avendo consumato alcolici. Tuttavia, non più tardi, non gli è stato chiesto di respirare, né è stato esaminato da un patologo forense, come avrebbe dovuto essere il caso in un caso del genere.
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