Pubblicato il 20 novembre 2024 alle 10:04. / Modificato il 20 novembre 2024 alle 10:10.
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Secondo un audit della Corte dei conti, i processi di gestione dei sussidi agricoli sono “inesistenti o incompleti”.
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Numerosi casi descritti dalla Corte dimostrano che anche il monitoraggio e i controlli rappresentano un problema.
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Benché pagato per questo compito, l’Ufficio del credito agricolo vodese ha discretamente interrotto le sue visite sul campo.
Primo arrivato, primo servito. Questo è il criterio per la concessione dei sussidi agricoli nel Canton Vaud. Per il magistrato Valérie Schwaar, questa pratica “non garantisce un rapporto ottimale tra costo e utilità”. Secondo la verifica della Corte dei conti resa pubblica questo mercoledì, un terzo dei dossier relativi alle sovvenzioni esaminati dall’Ufficio vodese del credito agricolo (OCA) e dalla Direzione generale dell’agricoltura e della viticoltura e degli affari veterinari (DGAV) presentano delle “inadeguatezze”. Il vocabolario è severo. Questi due enti non rispettano diverse basi giuridiche, compreso l’obbligo di includere criteri di sostenibilità nell’analisi dei progetti sostenuti con denaro pubblico.
Dopo sei crediti quadro approvati dal 2010 per un totale di 193 milioni di franchi, è la prima volta che la gestione di questi aiuti essenziali al mondo agricolo viene analizzata dalla Corte dei conti. Questi miglioramenti fondiari sono cofinanziati dalla Confederazione. Il Canton Vaud vi versa ogni anno poco più di dieci milioni di franchi, con una tendenza al rialzo. Le richieste vengono esaminate sia dallo Stato, tramite la DGAV, quando provengono dalle autorità comunali, sia dall’OCA, filiale di Prométerre, quando sono presentate dagli operatori. Secondo la Corte, il trattamento dei fascicoli è rapido e i progetti analizzati presentano tutti “un interesse agricolo ai sensi della legge”.
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