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“Black Box Diaries”, una donna contro il patriarcato giapponese

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Pubblicato il 20 novembre 2024 alle 06:58. / Modificato il 20 novembre 2024 alle 08:08.

  • Sensazione dell’ultimo Festival del cinema di Zurigo, Diari della scatola nera del regista Shiori Ito cattura il movimento dal vivo #Anche io.

  • Questo film intimo rivela la determinazione del giornalista a resistere.

  • Ci sono voluti otto anni di indagini, blocchi e procedimenti legali per produrre questo avvincente documentario.

Sensazione dell’ultimo Festival del cinema di Zurigo, dove è stato incoronato miglior documentario e ha vinto il premio del pubblico, Diari della scatola nera non dovrebbe assolutamente rimanere un film da festival. COME Cittadino quattro di Laura Poitras 10 anni fa (sul caso Edward Snowden e la rivelazione della sorveglianza illegale della NSA), è infatti un film che dà l’impressione di catturare dal vivo un grande cambiamento, in questo caso il movimento #Anche io. Troppo tardi? Solo che mancava questa testimonianza, resa da una stessa vittima, la cui lotta è coincisa con la protesta mondiale scatenata dal caso Weinstein. E il fatto che ci arrivi dal Giappone, potente bastione patriarcale, non fa che rafforzarlo.

A 23 anni, come ogni giovane giornalista, Shiori Ito si considerava impegnata a documentare il mondo e gli altri. Ma il 4 aprile 2015, in seguito ad un colloquio di lavoro, la sua vita è cambiata ed è diventata il suo soggetto principale – per tutti gli altri. Nonostante un blackout della memoria, si convinse di essere stata violentata quella notte in una stanza d’albergo da Noriyuki Yamaguchi, un eminente collega più anziano, anche lui biografo e vicino al primo ministro Shinzo Abe. Di solito, in questi casi, la giovane donna resta in silenzio: nessuna possibilità di essere ascoltata. Solo che, come ricercatrice di verità professionista, ha presentato una denuncia e ha iniziato a filmare. Dopo otto anni di indagini, blocchi, procedimenti legali, scoraggiamento e agitazione mediatica, il caso non è stato ancora giudicato nel merito. Ma la sua lotta ha reso Shiori Ito la figura di spicco del movimento #Anche io in Giappone, contro un patriarcato che lo nega apertamente.

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