Alla guida della Procura nazionale antiterrorismo (PNAT) dal 2019 al 2024, Jean-François Ricard difende la creazione di una procura nazionale contro la criminalità organizzata con obiettivi e funzionamento molto diversi, per rispondere alle specificità del traffico di droga. “Abbiamo bisogno di decentralizzazione (…)coordinamento. (…) E qualcuno che decidesostiene il magistrato.
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Cosa pensa del piano di lotta al narcotraffico, annunciato venerdì 8 novembre dai ministri dell'Interno e della Giustizia?
Possiamo essere lieti che il governo si occupi dell'argomento, soprattutto perché il governo precedente aveva lasciato sulla sua scrivania un'analisi in merito. Il sistema giudiziario è rimasto indietro. Deve essere riempito. Il progetto restava da costruire, sulla base del lavoro svolto in diversi anni alla Cancelleria, della relazione senatoriale sul traffico di droga e del lavoro di consultazione svolto nel mio rapporto. C’è un’urgenza innegabile. Ma rimaniamo insoddisfatti della precisione del contenuto degli annunci.
Lei è l'autore di una relazione sulla creazione di una procura nazionale contro la criminalità organizzata. Ritrovate le vostre misure nei comunicati dei ministri?
Sono l'autore del rapporto, ma è un riassunto di tutte le interviste che ho condotto. È una costruzione congiunta. Ho iniziato con un foglio di carta bianco. Non sapevo cosa mi avrebbero detto i miei colleghi. Ci sono state molte riflessioni, moltissimi i contributi dei magistrati: alcuni proponevano una giurisdizione nazionale, altri una procura generale… Avevo una sola convinzione: soprattutto, non riprodurre ciò che esiste in termini di terrorismo.
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Perché il modello della Procura nazionale antiterrorismo – che lei ha guidato dalla sua creazione, nel 2019, fino alla primavera del 2024 – non è, secondo lei, adattabile alla lotta al traffico di droga?
Ciò ci riporta alla questione delle differenze tra criminalità organizzata e terrorismo. Prima della creazione del PNAT, alcuni volevano una procura con doppia giurisdizione, terrorismo e criminalità organizzata. Ma è una pessima idea: non corrisponde affatto alla stessa operazione, né nei confronti dei delinquenti né dei magistrati. Certamente esistono tecniche comuni, mezzi comuni, ad esempio in termini di indagini digitali. Ma si tratta di due ambiti molto diversi.
Quali sono le principali differenze tra la lotta al terrorismo e quella alla criminalità organizzata?
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