In prima linea nella lotta al cambiamento climatico, il Vallese si batte contro la sua legge sul clima

Pubblicato il 17 novembre 2024 alle 11:18. / Modificato il 17 novembre 2024 alle 11:19.

Sulla carta la partita sembra sbilanciata. La legge vallesana sul clima, votata il 24 novembre, è difesa da tutti i partiti, dalla sinistra al PLR, dalla maggioranza delle organizzazioni mantello cantonali e dalle organizzazioni per la difesa della natura. La vittoria però non è assicurata. Riunendo l’UDC, il Centro dell’Alto Vallese e l’Unione Vallese delle Arti e dei Mestieri, il campo dell’opposizione porta avanti una campagna offensiva, grazie a un budget che – anche se la cifra non è stata ancora resa nota – sembra superare ampiamente i 35.000 franchi dei sostenitori del testo. Al centro della battaglia, la data del 2040 rende più tesi i dibattiti. Fino ad allora, secondo la legge, il Cantone deve garantire «che l’effetto delle emissioni di gas serra di origine umana generate nel Vallese sia ridotto a zero (obiettivo zero netto)».

Raggiungibile per i tifosi, irrealistico per gli avversari, l’obiettivo fissato dal Vallese ripete parola per parola quello della Confederazione. Con una eccezione: la data. Situato nel cuore delle Alpi, particolarmente colpito dai cambiamenti climatici, il Vallese ha deciso – come Neuchâtel – di concentrarsi sul 2040 anziché sul 2050, data su cui si sono ispirati cantoni come Friburgo, Ginevra, Giura e Vaud.

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