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Casablancasi esasperati dal comportamento dei taxi

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L’atteggiamento dei tassisti ha suscitato il malcontento degli studenti che denunciano una violazione del loro diritto a viaggiare in sicurezza. Anche gli attivisti sui social media hanno espresso la loro indignazione per l’incidente, chiedendo alle autorità competenti di garantire i diritti delle studentesse e di mettere a loro disposizione mezzi di trasporto adeguati. Alcuni hanno chiesto che vengano adottate misure concrete per prevenire il verificarsi di tali incidenti causati da alcuni tassisti che seminano il caos nella città di Casablanca.

Il comportamento dei tassisti è “legittimo, perché il veicolo non presentava alcun cartello che confermasse l’appartenenza ad un’associazione dedita al trasporto degli studenti”, ha dichiarato il segretario generale del Sindacato Democratico Marocchino del Lavoro, il sindacato responsabile del settore taxi , aggiungendo che “il percorso abituale dell’autobus è la stazione passeggeri, e dovrebbe viaggiare sui percorsi dedicati, e non attraverso la città”.

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In una dichiarazione a Al3okha spiegato che “quando i tassisti hanno scoperto l’autobus con a bordo gli studenti, lo hanno fermato per verificare che non operasse come trasporto clandestino, cosa che ha causato notevoli danni agli operatori del settore”, sottolineando che “l’associazione presumibilmente responsabile di aver commesso su questo autobus a disposizione degli studenti dovrà apporre un simbolo o un segno evidente per identificare il veicolo.”

Il sindacalista ha invitato a “smettere di diffondere un’immagine negativa dei professionisti dei taxi”, affermando che “i tassisti di Casablanca soffrono enormemente per il caos causato dai trasporti illegali e incontrano difficoltà ogni giorno”. “Alcuni si ostinano a presentare i professionisti come i mandanti di questo disordine, quando in realtà contribuiscono a svelare questo caos, che le autorità devono imperativamente sradicare per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini nei loro mezzi di trasporto”.

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