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“La decisione farà riflettere i giudici che tendono ad essere troppo frettolosi nel trovare un accordo con i datori di lavoro”

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“Questa è una decisione importantecontinua la Carbonero. Ci auguriamo che possa costituire un precedente e dare tregua ai giudici che tendono ad essere d’accordo con i datori di lavoro un po’ troppo in fretta.”

Non è normale che i tribunali intervengano nelle controversie collettive, ma siamo soddisfatti della decisione resa.”afferma Jean-François Libotte, consigliere giuridico del CNE (Unione dei cristiani). “Ci auguriamo che questa sentenza venga presa in considerazione nei conflitti legali ancora in corso nel caso Delhaize e nei futuri conflitti sociali.”

Tutti i negozi Delhaize sono ora in franchising

Delhaize concede in franchising i suoi negozi

Per capirlo appieno dobbiamo tornare al marzo 2023, quando Delhaize annunciò il desiderio di concedere in franchising i suoi 128 supermercati belgi. I sindacati temono un forte peggioramento delle condizioni di lavoro del personale e stanno organizzando azioni di protesta per bloccare i negozi e i depositi del gruppo.

Per forzare la revoca di questi picchetti di sciopero, Delhaize si è rivolta ai tribunali e ha presentato “richieste unilaterali” davanti ai tribunali di primo grado. Questa procedura è molto particolare poiché il giudice prende una decisione urgente basandosi esclusivamente sul punto di vista del ricorrente (Delhaize), senza consentire alla parte avversa (i sindacati) di difendersi, quindi senza dibattito contraddittorio.

gabbiano

È stato dimostrato che il diritto di sciopero è effettivamente un diritto fondamentale.

La legge prevede che una richiesta unilaterale sia ammissibile solo in casi di “assoluta necessità”. Ancora, “delle circa trenta procedure unilaterali introdotte da Delhaize, a nostra conoscenza, solo una è stata rifiutata ad Anversa e forse una o due altrove.lamenta il signor Libotte. Fin dall’inizio del conflitto, i sindacati hanno denunciato la facilità con cui i giudici si sono pronunciati a favore di Delhaize.

“Ryanair e Delhaize si comportano in modo quasi mafioso. Non rispettano la legge belga e il nostro modello di consultazione sociale”.

Se lo chiede un giudice di Liegi

A Liegi, come in molti luoghi del Regno, il tribunale di primo grado emette ordinanze favorevoli al gruppo della grande distribuzione. I picchetti dovranno essere sollevati, pena sanzioni.

I sindacati avviano quindi una procedura di ricorso (opposizione di terzo) contro un’ordinanza dell’11 agosto 2023. Sostengono che i criteri che giustificano la “assoluta necessità” della richiesta unilaterale non sono soddisfatti. I criteri sono tre: la necessità di intervenire con estrema urgenza per evitare un pericolo grave e imminente, la necessità di intervenire di sorpresa e l’impossibilità di identificare le persone interessate dalla richiesta.

La decisione della Corte non significa che un giudice non potrà mai più ordinare la rimozione di un picchetto.

Prima di pronunciarsi nel merito, il presidente del tribunale di primo grado di Liegi pone una questione pregiudiziale alla Corte costituzionale. Vuole sapere se i criteri che stabiliscono la necessità assoluta non sono troppo restrittivi, in particolare per quanto riguarda il diritto di proprietà (quello di Delhaize, in questo caso).

Circa 450 posti di lavoro persi dopo il franchising dei negozi Delhaize, secondo il CNE

La pronuncia esplicita della Corte Costituzionale

La risposta della Corte è inequivocabile: “La limitazione della capacità di agire mediante richiesta unilaterale è giustificata dal rispetto del diritto ad un giusto processo. (attraverso un dibattito contraddittorio), lei giudica. E per aggiungere, altrettanto esplicitamente, che”il legittimo esercizio del diritto di sciopero non costituisce di per sé causa di assoluta necessità”.

La Lega per i Diritti Umani, una delle parti interessate nel caso, “si compiace di questa decisione che ci ricorda che le richieste unilaterali hanno carattere eccezionale […]. Questa restrizione è intesa proprio a tutelare i diritti fondamentali, compreso il diritto di sciopero.secondo Emmanuelle de Buisseret Hardy, consulente legale della Lega.

La decisione della Corte non significa che un giudice non potrà mai più ordinare la rimozione di un picchetto. Ma può farlo solo dopo un dibattito contraddittorio (in procedimenti sommari, per esempio), o, per lo meno, dimostrando con fermezza che esiste l’assoluta necessità di agire attraverso una procedura unilaterale.

“Se applicassimo rigorosamente i criteri di assoluta necessità, possiamo considerare che non saranno più accettate richieste unilaterali nei conflitti sociali pacifici”vuole credere Jean-François Libotte. Toccherà ai tribunali decidere.

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