Un atteggiamento mi distingue dai miei vicini di Washington e dalla maggior parte dei miei colleghi e commentatori che sono indignati per tutto: le nomine di Donald Trump non mi sorprendono. Non mi scandalizzano nemmeno. Dov’erano, in questi mesi, tutti coloro che oggi si stracciano la maglietta?
Mi sembra di averne parlato, di averne informato i lettori, gli spettatori. Cosa ha ribadito Donald Trump in un interminabile discorso dopo l’altro da quando ha annunciato la sua intenzione di tornare alla Casa Bianca? Che il sistema – come lo chiami tu: legale, finanziario, burocratico, ecc. – è in cancrena fino alle ossa! E che avrebbe nominato una squadra di distruttori, non soliti amministratori, ma becchini di standard per gestire tutto questo.
Trump ha ripetutamente strombazzato che avrebbe preso esattamente il tipo di decisioni che ci ha propinato per tutta la settimana. Robert Kennedy Jr., quel dannato anti-vaccini, come Ministro della Sanità? Trump però ci ha avvertito. Vi riporto al famoso raduno del 27 ottobre al Madison Square Garden di New York.
Forte e chiaro davanti a 20.000 persone!
È vero che lì sono state dette tante cose scandalose – il New York Times ha finito per descrivere l’evento come “un carnevale di colpa, misoginia e razzismo” – che una delle battute del discorso di un’ora e un quarto della candidata repubblicana chiaramente non ha ricevuto l’attenzione che meritava.
Tra la “battuta” di un comico su Porto Rico, questa “isola desolata”, e la descrizione di Kamala Harris come “l’Anticristo”, Donald Trump dichiara che lascerà il figlio di RFK “scatenarsi sulla Salute» (lasciatelo scatenare in Salute) in realtà non ha avuto la stessa risonanza. Il futuro presidente era stato comunque abbastanza chiaro, no?
Mi permetto una breve digressione, è semplicemente troppo allettante. A ulteriore prova della disconnessione tra gli analisti politici e l’elettorato americano, era stato previsto che la comunità portoricana avrebbe punito severamente Trump il giorno delle elezioni.
Infatti, non solo il candidato repubblicano ha ottenuto il 43% dei voti latini in tutto il paese, un aumento di otto punti rispetto al 2020, ma in Pennsylvania, sede di una delle più grandi comunità portoricane del continente, Trump ha detenuto la quota di Harris. del voto latinoamericano al 57%, un calo di 21 punti rispetto al sostegno latinoamericano a Joe Biden nello stato durante le elezioni presidenziali del 2020. mi porta fuori strada.
Un governo in modalità “demolizione”.
Pete Hegseth alla Difesa e Matt Gaetz alla Giustizia, nomine, è vero, che non avevamo previsto. A pensarci bene, però, dovremmo stupirci ancora meno. Alla fine del suo primo mandato, Donald Trump è emerso furioso per il suo rapporto con i “suoi generali” che ammirava così tanto. Resistettero ai suoi ordini, poi ciascuno a modo suo fece sapere che non era considerato idoneo a diventare nuovamente comandante in capo.
Alla Giustizia è anche peggio. Trump e il suo entourage sono convinti che il Dipartimento sia stato usato contro di lui durante i quattro anni di presidenza Biden. Dai pubblici ministeri agli agenti dell’FBI, il futuro presidente aveva promesso una completa pulizia della casa. Ne avevamo diritto anche durante tutta la campagna elettorale.
Hegseth e Gaetz appaiono visibilmente incapaci di assumersi le immense responsabilità legate al loro ministero. Ma Trump, almeno a questo punto, non cerca manager competenti, bensì palle da demolizione. Il prossimo governo di Donald Trump sarà a sua immagine: brusco, provocatorio e, a parole, rispettoso di certe convenzioni. Eravamo stati avvisati. Nessuno dovrebbe essere sorpreso.
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