La PLR Vaud e le sue sezioni di Losanna, Vevey e Yverdon-les-Bains chiedono misure urgenti e rafforzate per contrastare lo spaccio di strada. Presenteranno diversi testi ai consigli comunali e al Gran Consiglio per chiedere azioni “decise ed efficaci” per combattere l’insicurezza negli spazi pubblici.
Questi annunci fatti giovedì a Losanna si inseriscono nel contesto della ripresa del traffico di droga nelle strade delle tre città vodesi. Particolarmente preoccupati da questo problema, i loro Comuni avevano scritto una lettera al Consiglio di Stato per chiedere in particolare lo svolgimento di incontri sulla catena penale e sulla sanità pubblica.
La reazione è avvenuta anche a livello popolare con il lancio, a metà agosto, di una “petizione dei cittadini” che chiede al governo cantonale di fare di più. Intitolato “L’affare di strada, basta!” Tolleranza zero!”, il testo ha raccolto più di 2000 firme.
Lo scorso ottobre, il ministro responsabile della Sicurezza Vassilis Venizelos aveva annunciato davanti al Gran Consiglio che il Cantone aveva istituito una “task force” sullo spaccio di strada. Tra le nuove misure repressive figurano una maggiore presenza della polizia in strada, operazioni di “punzonatura”, divieti perimetrali e l’intensificazione dei rimpatri dei trafficanti incarcerati al termine della pena.
Criticati i comuni di sinistra
Giovedì sono stati quindi la RPD cantonale e i comuni colpiti a manifestare l’intenzione di “scuotere la situazione e fare pressione sulle direzioni comunali e cantonali”, secondo la presidente della PLR vodese e deputata Florence Bettschart-Narbel. “La situazione è andata peggiorando da anni e siamo rimasti sorpresi e scioccati dalla richiesta di aiuto dei Comuni di sinistra, anche se hanno mostrato lassismo”, ha detto.
Le loro politiche promuovono un ambiente in cui il consumo di droga e lo spaccio di strada prosperano a scapito della pace pubblica e della sicurezza dei residenti. La PLR ritiene che non è organizzando riunioni che la situazione migliorerà, ha continuato in sostanza. “Non è il momento degli incontri, perché i problemi sono stati individuati, ma di misure e azioni ferme ed efficaci”, ha insistito.
Interpellanze e postulato
A breve saranno sottoposti ai Consigli comunali e al Gran Consiglio alcune interrogazioni e un postulato. Un testo, ad esempio, chiede una migliore collaborazione tra la polizia e gli assistenti sociali. Un’altra prevede che i criteri per l’ingresso nei posti a bassa soglia siano riservati ai residenti del Cantone, o anche dei comuni interessati.
Inoltre, poiché le carceri sono piene, è necessario trovare soluzioni temporanee per far fronte al sovraffollamento carcerario, attraverso spazi modulari o addirittura container, nonché aumentando l’installazione di braccialetti elettronici. Bisogna porre l’accento sulla prevenzione, che secondo noi non esiste, ritiene la DLR.
Infine, la polizia e gli altri operatori “a luce blu” (paramedici, vigili del fuoco) devono essere supportati dalle varie autorità pubbliche quando subiscono violenza ed essere informati dei loro diritti.
sj, ats
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