Lei era al “centro” di un “sistema organizzato” volto a fare del Parlamento europeo la “vacca da mungere” della Rn, con “disprezzo per le regole democratiche”. Mercoledì a Parigi l’accusa ha chiesto cinque anni di carcere, di cui due anni di reclusione, e cinque anni di ineleggibilità contro Marine Le Pen.
• Leggi anche: L’ex leader francese dell’estrema destra Jean-Marie Le Pen ricoverato in ospedale
La pena detentiva richiesta è flessibile, il che significa che il leader del partito di estrema destra non andrebbe in prigione. Ma potrebbe impedirgli di candidarsi alle presidenziali del 2027: la procura ha infatti chiesto che la pena di ineleggibilità sia accompagnata dall’esecuzione provvisoria, vale a dire che si applichi immediatamente, anche se indetta.
Una simile sentenza “vieterebbe agli imputati di candidarsi alle future elezioni locali o nazionali”, precisa il procuratore Nicolas Barret davanti al tre volte candidato alle presidenziali seduto in prima fila tra gli imputati. Ma “siamo qui in un forum giudiziario e la legge vale per tutti”, la giustizia non può essere responsabile delle “ambizioni” politiche di ciascuno.
L’accusa ha anche chiesto una multa di 300.000 euro per Marine Le Pen, nonché una multa di 4,3 milioni di euro, di cui 2 milioni di euro fermi per il Rally Nazionale.
Uscendo dall’aula, Marine Le Pen, che si era irrigidita sul suo banco all’avvicinarsi dell’annuncio delle sentenze richieste, ha denunciato la “violenza” e l’“eccesso” delle requisizioni. “Penso che il desiderio dell’accusa sia quello di privare i francesi della possibilità di votare per chi vogliono” e di “rovinare il partito”, afferma.
Immediata la reazione del presidente della RN Jordan Bardella
La Procura aveva ricordato nelle richieste che secondo la legge i cinque anni di ineleggibilità erano “obbligatori salvo espressa motivazione del tribunale”.
“Macchina da guerra”
La Procura aveva appena concluso la sua giornata di requisizioni con una dura accusa contro gli imputati. Perché il “sistema” messo in atto, “rafforzato” con l’arrivo di Marine Le Pen alla guida del partito nel 2011, è “senza precedenti” per durata, “entità” di malversazioni (4,5 milioni) e “carattere organizzato, sistematizzato”.
Gli imputati “hanno fatto e intendono continuare a fare del Parlamento europeo, per dirla in modo prosaico, la loro mucca da mungere”, insiste Louise Neyton, anche lei responsabile dell’accusa. “Abbiamo visto una vera macchina da guerra capace di deviare sistematicamente la quantità di buste, fino all’ultima briciola”.
Un “arricchimento partigiano” che ha permesso al Raggruppamento Nazionale di “finanziare per anni la sua crescita, la sua influenza, la sua propaganda”. Ma che era anche “al servizio” dell’“ambizione personale” dei suoi leader, “di portare avanti la propria carriera politica a spese dei contribuenti”.
E questo, con un “totale disprezzo per la cosa pubblica e il funzionamento delle istituzioni”, ha affermato, parlando di “un attacco profondo e duraturo alle regole del gioco democratico”.
Senza “l’ombra di un interrogatorio” degli imputati in udienza: “Non vedono, non vogliono vedere, non si preoccupano dell’illegittimità delle loro azioni”, continua il magistrato.
«Alternativa alla narrativa»
Il pubblico ministero chiede in particolare 18 mesi di reclusione di cui sei mesi chiusi con tre anni di ineleggibilità contro il n. 2 del partito Louis Aliot; 10 mesi con sospensione della pena e un anno di ineleggibilità nei confronti del portavoce della RN Julien Odoul; 18 mesi con sospensione della pena e due anni di ineleggibilità per la sorella di Marine Le Pen, Yann Le Pen.
Con ogni volta multe ed esecuzione provvisoria.
Dalle 9.30, i due procuratori hanno dettagliato l’architettura di un “sistema” che secondo loro è stato messo in atto al Fronte Nazionale (oggi RN) tra il 2004 e il 2016, consistente nella conclusione di “contratti artificiali” per gli assistenti parlamentari europei che effettivamente lavorava per il partito.
All’epoca “il partito si trovava in una situazione finanziaria particolarmente tesa. Tutto ciò che può contribuire a ridurre gli oneri sarà utilizzato sistematicamente”, che sia “legale o meno”, ha affermato Louise Neyton.
Di fronte alla “finzione alternativa” proposta dalla difesa, i pubblici ministeri hanno sviscerato, imputato per imputato e contratto per contratto, “la natura del lavoro” svolto dai dodici assistenti parlamentari, il “legame di subordinazione” che mantenevano con “i loro I deputati europei – nove tra cui Marine Le Pen – sono processati in totale.
Con un’osservazione generale: nella prova del lavoro “non c’è niente”, tranne “la famosa prova standard: la rassegna stampa”, hanno detto. Contratti di lavoro? “Artificiale”, senza “coerenza”.
La difesa dovrà presentare le sue difese a partire da lunedì e il processo si concluderà il 27 novembre. Il tribunale non prenderà una decisione prima di diversi mesi.
Related News :