Par
Anne-Laure Petit-Hénon
Pubblicato il
13 novembre 2024 alle 11:23
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Dopo un mese e mezzo di prova è arrivato il momento requisizioni per Marine Le Pen, il Rassemblement National e altri 24 imputati, accusati di aver sottratto fondi al Parlamento europeo a vantaggio del partito di estrema destra.
Da questo mercoledì 13 novembre al mattino, e per tutta la giornata, i rappresentanti della Procura Louise Neyton e Nicolas Barret, svilupperanno la loro analisi del “sistema” che secondo loro è stato messo in atto al Fronte Nazionale (ora Rally Nazionale) tra il 2004 e il 2016.
L'ex presidente del partito, e già candidato alle elezioni presidenziali del 2027rischia una pena di 10 anni di reclusione, un milione di euro di multa e soprattutto a pena di ineleggibilità. Ecco cosa potrebbe accadere se venisse condannata dopo il processo.
Ulteriore ineleggibilità “obbligatoria”.
Sembra che ci sia stato un grosso malinteso durante la prova del Rally Nazionale. Fino a mercoledì scorso e dopo sei settimane di udienze, la difesa di Marine Le Pen sembrava convinta di non essere interessata dalla legge che rende obbligatoria, automatica, pena aggiuntiva di ineleggibilità di cinque anni in caso di condanna per malversazione di fondi pubblici (prima era facoltativa).
Questa obbligatorietà, che la difesa del tre volte candidato alla presidenza faceva risalire al 2017, risale in realtà alla cosiddetta legge “Sapin 2”, entrata in vigore l’11 dicembre 2016, come ha ricordato mercoledì l’accusa. Cioè entro 20 giorni, nel periodo dei fatti contestati a Marine Le Pen (2011-2016).
Lei capisce che nel caso che mi riguarda l'automaticità ha evidentemente conseguenze gravissime. Ciò avrebbe l'effetto di privarmi della possibilità di essere un candidato presidenziale, questo è tutto.
Se la corte ritenesse colpevole Marine Le Pen malversazione di fondi pubblicipotrebbe tuttavia, “con decisione appositamente motivata”, decidere di non condannarla alla pena di ineleggibilità.
Appello, appello: nessuna decisione prima delle prossime elezioni presidenziali?
Se Marine Le Pen verrà condannata al termine di questo processo, è probabile che presenterà appello.
In questo caso, il la pena di ineleggibilità sarebbe sospesa fino al nuovo processo. E se verrà condannata dalla corte d'appello, probabilmente presenterà ricorso in cassazione, anche sospensivo.
Se confrontiamo i consueti ritardi della giustizia con l'agenda politica di Marine Le Pen, possiamo immaginare che la decisione del processo in corso verrebbe pronunciata entro tre mesi, che un processo d'appello si terrà un anno dopo, ancora tre mesi prima della pronuncia di una decisione di appello — circa giugno 2026.
Resta poi la fase del ricorso, prima che la decisione del tribunale diventi definitiva.
In materia penale, l Corte di Cassazione in media emette le sue sentenze in cinque mesi.
Ma se il caso è complesso o gli avvocati sono molto esigenti, questo periodo può allungarsi notevolmente: due anni, ad esempio, tra il ricorso di François Fillon e la decisione della Corte di cassazione (maggio 2022-aprile 2024).
È quindi del tutto possibile che ci sia nessuna decisione finale in materia prima delle elezioni presidenziali del 2027. E se Marine Le Pen dovesse essere eletta Presidente della Repubblica, la procedura verrebbe sospesa per tutta la durata del suo mandato.
E il suo posto nell'Assemblea?
Sempre nel caso in cui Marine Le Pen venga condannata e faccia appello contro la sua sentenza di ineleggibilità, il ricorso è sospensivo… a meno che il tribunale non alleghi la sentenza ad un “esecuzione provvisoria” – il che significa che si applica dal momento della condanna, indipendentemente dal fatto che vi sia appello o meno.
Marine Le Pen, tuttavia, non dovrebbe, se del caso, perdere il mandato come membro dell'Assemblea nazionale.
Il Consiglio costituzionale, infatti, si rifiuta costantemente di togliere dal mandato i parlamentari condannati a una sentenza di ineleggibilità, finché la decisione non è definitiva.
Ma un’eventuale esecuzione provvisoria potrebbe comunque pesare molto sulla bilancia. Perché chissà come il Consiglio costituzionale, incaricato di registrare ed esaminare le candidature alla presidenza della Repubblica, riceverebbe quella di un candidato soggetto ad un'attuale sentenza di ineleggibilità? Al momento non esiste giurisprudenza in merito.
Fonte: AFP
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