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un allenatore ha il diritto di infangare i suoi giocatori in pubblico?

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Mario Frick non ha apprezzato l’atteggiamento dei suoi giocatori e lo ha fatto sapere. Immagine: TRAPEZIO

Dopo la sconfitta dell’FC Lucerna a Sion (4-2), l’allenatore Mario Frick ha attaccato i suoi giocatori e ha parlato più volte davanti alla stampa di una prestazione più che imbarazzante. Ha fatto bene? Oppure le sue dichiarazioni sono controproducenti? I nostri giornalisti non sono d’accordo.

12.11.2024, 16:5112.11.2024, 18:17

François Schmid-Bechtel e Claudio Zanini

I giocatori sanno cosa aspettarsi (François Schmid-Bechtel è per)

Ci sono allenatori che si presentano davanti alle telecamere dopo una pesante sconfitta e dicono: “Ho visto cose positive”. Ciò che pensano, ma non dicono, è più sulla falsariga di una “performance disastrosa”. Sentiamo allenatori che, alla domanda su come uscire dalla spirale negativa dopo la quinta sconfitta consecutiva, rispondono: “Dobbiamo continuare a lavorare duro”. Quello che dicono fuori campo quando si spengono le telecamere è più un: “Abbiamo bisogno di rinforzi, con questa squadra non si guadagna niente”.

Questo modo di dare risposte morbide si è diffuso come un virus. Soprattutto, non dovresti distinguerti o dire cosa pensi e cosa senti. I discorsi sono diventati igienizzati. I sostituti vorrebbero giocare, ma capiscono perfettamente le scelte dell’allenatore e lo rispettano. Chi segna una tripletta è semplicemente felice di aver potuto aiutare la squadra. Tutto questo è solo vento. L’eroe di una partita è un eroe, si sente tale e ha il diritto di farlo conoscere.

Ecco perché è bello vedere che in questo flusso di diplomazia ci sono ancora delle eccezioni come l’allenatore del Lucerna: Mario Frick. Ovviamente è spietato quando dice: “Non avevo mai visto una prestazione così imbarazzante” oppure “Ho detto alla squadra che era la prima volta che mi vergognavo di essere l’allenatore”. Parole significative.

La FCL è affondata a Sion questo fine settimana.Immagine: TRAPEZIO

Esprimere una cosa nello spogliatoio e un’altra davanti alle telecamere non facilita le cose ai giocatori. Allora giustamente si chiedono cosa sia realmente. Con Frick sanno cosa aspettarsi. E visto che l’FC Lucerna non è poi così male in classifica, è anche il momento giusto per risvegliare questa giovane squadra.

Se invece fosse stato al minimo sarebbe stata necessaria più sensibilità.

Molti temono che l’attuale generazione venga distrutta da commenti così duri. Richiedono quindi un approccio cauto. Ma i giocatori di talento sanno fin dall’adolescenza che il calcio non è uno sport sentimentale. Fin dall’età di 12 o 13 anni lottano costantemente per il loro posto e imparano ad affrontare le critiche. Ecco perché lo sfogo di Frick non destabilizzerà il Lucernois, soprattutto se parlerà in modo costruttivo con i suoi giocatori. Inoltre, ha già sottolineato che questa pietosa prestazione era una sua responsabilità.

Tali affermazioni pesano sulle relazioni (Claudio Zanini è contrario)

Domenica pomeriggio Mario Frick ha dimostrato che le emozioni possono influenzare i nostri pensieri e le nostre azioni. Frasi crude pronunciate senza filtro dopo la deludente sconfitta della sua squadra. Non si è mai “vergognato così tanto” dei suoi giocatori. Ha parlato della “performance più imbarazzante” a cui ha assistito. Era “calcio di basso livello”.

Frick era in balia delle sue emozioni. Stava solo battendo il tempo e possiamo capirlo. Chi di noi vorrebbe, dopo una performance emotivamente faticosa, essere spinto davanti a una telecamera per dettare come ci sentiamo? Persona. Ma presentarsi davanti alla televisione fa parte del gioco, e soprattutto fa parte del lavoro di allenatore.

E non è saggio usare l’intervista post partita come sfogo per le emozioni represse.

Ciò che conta davvero sono le conseguenze delle sue critiche e i processi avviati nelle menti dei suoi dirigenti. Con un’eccezione (il portiere sostitutivo Vaso Vasic), i giocatori della FCL appartengono alla Gen Z. Se questo gruppo possa essere governato con il bastone e la carota è una questione ideologica alla quale deve rispondere da solo. Quello che possiamo dire con certezza, però, è che se un allenatore denuncia pubblicamente i suoi giocatori può mettere a dura prova il rapporto. D’altronde la vita quotidiana ci insegna che gli slanci emotivi sono generalmente controproducenti.

Chi ha figli e magari non è sempre del tutto entusiasta del loro comportamento lo sa fin troppo bene.

Poiché un allenatore lavora con giocatori giovani, può potenzialmente aspettarsi fallimenti totali e inspiegabili. L’allenatore non avrebbe dovuto reagire così sgomento al Sion. Si aspetterebbe un avversario molto aggressivo. Non è che la FCL abbia marciato sull’intero campionato nel recente passato. C’è stata una vittoria nelle ultime sei partite, contro il GC in pericolo di retrocessione. Frick ha definito questo incontro una vittoria “sporca”, durante la quale molte cose non erano andate bene. Chi si aspetta una riunione di gala dell’FC Lucerne a Sion ha poco senso della realtà.

Non c’era bisogno di drammatizzare inutilmente l’episodio vallesano, perché è probabile che domenica in campo non si fosse rotto nulla. Sarebbe stata opportuna un po’ più di autocritica da parte dell’allenatore.

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