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Fertilità assistita: progressi tecnologici e nuove opzioni | Rivista ELLEQuébec

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Entri in una stanza degna di Pinterest con tonalità di ispirazione norvegese e pareti rivestite in legno. Poltrone graziose e sinuose decorano lo spazio. Superato il sontuoso salone della reception, si arriva al guardaroba. Scusa, tuo spogliatoio, dove indossi una comoda vestaglia. Non resta che metterti comodo e aspettare che qualcuno ti chiami. Inalare. Espira.

No, non veniamo alla clinica Pollin per regalarci un massaggio o un trattamento viso, ma per consultare specialisti in procreazione medicalmente assistita (MAP). Tuttavia, quando arrivi in ​​questa nuovissima clinica per la fertilità sembra davvero una spa. da Toronto. Ma qui preleviamo invece campioni di sangue ed ecografie endovaginali, oltre alla pletora di trattamenti richiesti dal processo PMA. La dottoressa Kim Garbedian, direttore medico della clinica, afferma: “Dico sempre ai miei pazienti che non posso cambiare il fatto che devono affrontare tutto questo, ma posso sicuramente rendere l’esperienza migliore”.

Una scena lontana anni luce da una certa stanza d’ospedale di Manchester, in Inghilterra, dove, a mezzanotte del 12 novembre 1977, un embrione fu trasferito nell’utero di una donna che avrebbe dato alla luce Louise Brown, il primo bambino al mondo nato dalla fecondazione in vitro (FIV). Quasi 47 anni dopo, cliniche all’avanguardia come Pollin e Twig Fertility a Toronto e l’Alberta Reproductive Centre (ARC) a Edmonton, rimangono l’eccezione in un mondo in cui molti pazienti affermano di sentirsi dei numeri. Dato il numero di persone che possono beneficiare di trattamenti come la fecondazione in vitro – dalle coppie LGBTQIA2S+ ai single fino ai canadesi che soffrono di infertilità (16% della popolazione del paese) – ci sono tutte le ragioni per ripensare la disposizione di questi luoghi per dare loro un aspetto più umano. e dimensione personalizzata.

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