Aveva chiesto la detenzione di un uomo a causa della sua ebreità, invocando la legge israeliana sul rimpatrio in quanto costituiva un rischio di fuga. Secondo il Tribunale federale Frédéric Scheidegger sembra trattare diversamente l’imputato a causa della sua fede ebraica. Qui viene sfidato.
Il caso è imbarazzante per la procura di Ginevra. Quest’ultimo ha erroneamente ritenuto che la sola religione ebraica di un imputato, indipendentemente dai suoi legami con lo Stato di Israele, costituisse un rischio di fuga a causa della “Legge del Ritorno” israeliana. Una sentenza del Tribunale federale, datata 8 novembre, rivelata oggi da Le Temps, annulla una prima decisione del Tribunale cantonale che aveva sostenuto questa tesi e si era pronunciata a favore del pubblico ministero.
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L’imputato in questione, cittadino svizzero senza legami con lo Stato ebraico, ha attaccato tale motivazione, sottolineandone il carattere discriminatorio. All’epoca, il pubblico ministero Frédéric Scheidegger smentiva e indicava: “Che uno Stato abbia deciso, per ragioni proprie, di accogliere delle persone sulla base di un criterio religioso, non fa sì che le persone in questione siano persone “in fuga”, ma semplicemente e oggettivamente persone i quali possono, se necessario, stabilirsi nello Stato in questione come nella loro patria”.
Aspetto di pregiudizi
La sentenza del TF alla quale anche Léman Bleu ha potuto consultare è dura nei confronti della Procura: “il pubblico ministero dà l’impressione di trattare diversamente il ricorrente perché è di fede ebraica, rispettivamente ritiene che quest’ultimo presenti un rischio di fuga in Israele solo perché è di questa fede”. I giudici notano anche l’apparenza di parzialità da parte del pubblico ministero. Di conseguenza, viene ordinata la sua ricusazione.
Io Nicola Meier, avvocato di questo imputato accusato di usura professionale ed evasione fiscale, accolgo con soddisfazione questa decisione: “Sono felice che il Tribunale federale richiami i principi fondamentali di quella che dovrebbe essere la giustizia”.
Il caso viene deferito ai tribunali di Ginevra, responsabili della nomina di un nuovo pubblico ministero e della determinazione degli atti investigativi che dovranno essere annullati.
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