Il Bitcoin, che ha continuato a salire dall’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti con la prospettiva di un allentamento normativo delle criptovalute, lunedì ha superato gli 84.000 dollari per la prima volta nella sua storia.
La prima valuta digitale per capitalizzazione ha superato giovedì scorso la soglia dei 75.000 dollari, poi quella degli 80.000 dollari domenica, superando ampiamente il record dello scorso marzo, che si attestava a 73.797,98 dollari. E questo rialzo è continuato lunedì, superando ormai gli 84.000 dollari.
In una settimana, il bitcoin ha guadagnato quasi il 25%. In confronto, quando le azioni di una grande azienda svizzera come Novartis o Nestlé guadagnano più del 10% in un anno, si parla di una buona performance.
Le promesse di Donald Trump
Le criptovalute continuano a salire con la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, che promette di deregolamentare questo settore, andando controcorrente rispetto all’approccio più restrittivo favorito dall’attuale presidente Joe Biden.
Il repubblicano ha giurato di sostituire Gary Gensler, capo della SEC, uno dei poliziotti dei mercati finanziari americani, odiato dal settore, per il quale ha “impedito senza giustificazione qualsiasi rilascio di nuovi prodotti legati alle criptovalute”, nota Stéphane Ifrah , analista di Coinhouse.
Tuttavia, quest’anno la SEC ha autorizzato negli Stati Uniti gli ETF su bitcoin e poi su ether, prodotti finanziari garantiti dal prezzo di queste due criptovalute.
L’euro perde slancio rispetto al dollaro
Toccato dalle difficoltà politiche incontrate dalla Germania, l’euro ha perso lo 0,17% contro la sterlina intorno alle 10:50 GMT di lunedì, a 82,81 pence per euro, poco dopo essere crollato al nuovo minimo dall’aprile 2022, a 82,79 pence.
La moneta unica europea è scesa dello 0,40% contro un biglietto verde particolarmente in salute, a 1,0675 dollari per euro, su livelli inesplorati dallo scorso giugno.
In Germania crescono le pressioni per una rapida organizzazione di elezioni legislative anticipate, dopo l’esplosione, a causa dei disaccordi sull’economia, della coalizione di governo inizialmente formata dai socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz, dagli ecologisti e dai liberali.
ats/miro
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