La portata della vittoria di Donald Trump è stata confermata sabato con la cattura dell’Arizona, che permette al miliardario repubblicano di conquistare una roccaforte negli Stati chiave in un momento in cui si prepara la transizione, promessa “pacifica” da Joe Biden.
Il presidente uscente riceverà mercoledì nello Studio Ovale il suo peggior nemico politico, che comincia a parlare della composizione del suo futuro governo, per preparare il suo storico ritorno al potere.
Dopo quattro giorni di conteggio, i canali CNN e NBC hanno dichiarato Donald Trump il vincitore in Arizona, uno stato sud-occidentale tradizionalmente repubblicano ma che nel 2020 ha oscillato di poco a favore di Joe Biden. Aveva già vinto gli altri sei stati chiave: Georgia, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin, Michigan e Nevada.
Vittoria indubbia
Se non cambiano l’esito delle elezioni, gli 11 elettori vinti nell’ultimo “swing state” in gioco forniscono una nuova prova della vittoria incontestabile di Donald Trump contro Kamala Harris.
Ora è quasi certo che vincerà il voto popolare contro il democratico. Sarà quindi il primo presidente repubblicano in 20 anni a realizzare questa impresa, smentendo i sondaggisti che prevedevano il contrario.
E potrà contare sul Senato, che i repubblicani hanno ripreso dai democratici, ed eventualmente sulla Camera dei Rappresentanti, dove il suo partito è sulla buona strada per mantenere la maggioranza.
Passare le chiavi della Casa Bianca al repubblicano sarà un’umiliazione immensa per il presidente uscente Joe Biden, accusato dal suo campo di aver facilitato, per orgoglio, questo clamoroso ritorno.
Dopo settimane di campagna senza progressi, quest’ultimo si è ritirato dalla corsa a luglio, gravato dalla sua età, 81 anni, a favore del suo vicepresidente.
Il tenore democratico Nancy Pelosi ha dichiarato sabato al “New York Times” che “se il presidente avesse abbandonato la corsa prima, avrebbero potuto esserci altri candidati”, aggiungendo che il sostegno immediato di Joe Biden a Kamala Harris aveva impedito lo svolgimento delle primarie. . L’ex presidente della Camera dei rappresentanti americana, invece, ha elogiato la “mania” generata da Kamala Harris durante la sua campagna.
“Abbassare la temperatura”
La vicepresidente, che ha descritto il suo avversario come un “fascista”, non è riuscita a convincere gli americani di comprendere le loro preoccupazioni economiche e di sicurezza.
Duramente picchiata dopo una dura campagna elettorale, ha assicurato che intendeva “aiutare” Donald Trump durante questo periodo.
Joe Biden si è anche impegnato a garantire un tranquillo trasferimento del potere al suo peggior nemico politico, sperando così di “abbassare la temperatura” in un Paese in tensione.
(afp)
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