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Ultima battaglia di numeri sulle autostrade

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Il popolo svizzero vota il 24 novembre sul progetto di ampliamento dell’autostrada. Si tratta di sei tratti, tra cui uno nella Svizzera romanda di 19 chilometri tra Le Vengeron e Nyon, che costerà circa un miliardo di franchi. Per ora, i sondaggi mostrano una certa indecisione popolare.

L’intera questione dibattuta nella campagna è se le nuove infrastrutture saranno presto sopraffatte dal traffico indotto. Per quanto riguarda il tratto tra Le Vengeron e Nyon, i dati dell’Ufficio federale delle strade (Ofrou) mostrano che l’ampliamento a sei corsie farebbe aumentare il traffico da 90.000 a 130.000 auto al giorno.

Tuttavia, il quotidiano Le Temps sottolinea che queste proiezioni di traffico risalgono al 2015. Ci sono previsioni risalenti al 2023 su cui il quotidiano avrebbe potuto comodamente mettere le mani, mentre la loro pubblicazione era prevista per il 2026… Secondo questi nuovi dati . Nel periodo della pandemia il traffico è sceso a 70mila passaggi al giorno. Da allora non ha più ritrovato l’intensità di prima, ma si attesta a 83.200 passaggi, e non a 90.000.

Un esperto di Ofrou spiega: “Ciò che notiamo è che in tutte le situazioni, l’aumento previsto dopo la messa in servizio del terzo binario è molto inferiore a quanto annunciato nel 2015. Le nostre previsioni aggiornate parlano di un aumento del traffico del 23% e non del 70% . Con queste previsioni, i passaggi tra Nyon e Vengeron “si stabilizzerebbero tra 102.000 e 103.000 entro il 2050, e non a 141.000”.

Questo aumento meno significativo del traffico può essere spiegato con l’evoluzione del telelavoro, del trasporto modale, della politica a favore del trasporto pubblico o addirittura dell’eliminazione dei parcheggi nelle città.

Dalla parte degli oppositori, David Raedler, presidente dell’ATE VD, è inizialmente molto turbato: “Deploro il fatto che Ofrou si presenti due settimane prima delle votazioni con cifre diverse da quelle che hanno permesso di realizzare tutti gli studi di fattibilità, mentre la pubblicazione del rapporto è prevista nel 2026.

Più in generale deplora la leggerezza con cui vengono fatte queste previsioni: “Immaginiamo che queste cifre valgano qualcosa, confermano un problema fondamentale. Tra vent’anni nessuno sa come ci muoveremo. Se tra il 2015 e il 2023 potranno esserci cambiamenti del genere, è la prova che investiremo 5 miliardi in un’incognita totale. È sorprendente”.

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