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il processo di una catena di negligenza e cecità

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I vigili del fuoco controllano un edificio in rue d'Aubagne, adiacente ai due edifici crollati, a Marsiglia, l'8 novembre 2018. GERARD JULIEN / AFP

“Stavo camminando sul marciapiede davanti al palazzo. Dopo un forte schiocco, ho girato la testa e l'ho visto crollare. Era un movimento verticale verso il basso, come se stesse crollando dall'interno. » Questo 5 novembre 2018, poco dopo le 9, una donna che passa da rue d'Aubagne, nel cuore del quartiere Noailles, a Marsiglia, per andare al lavoro è, secondo la procedura, la testimone più diretta del crollo di due edifici. Prima di essere annegati in una fitta nebbia di polvere…

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Gli otto corpi degli occupanti di rue d'Aubagne 65 verranno rimossi dalle macerie nel corso dei giorni. L'edificio attiguo, il numero 63, crollato nello stesso momento, era disabitato, acquistato nel 2017 dal Comune con l'intenzione di aprirvi un giorno un micro-asilo nido. Sei anni dopo, giovedì 7 novembre si apre il processo sui crolli di rue d'Aubagne davanti al tribunale penale che, per sei settimane, giudicherà sedici imputati: dodici persone fisiche e quattro società. “Un caso straordinario, di grande complessità fattuale e giuridica”secondo Olivier Leurent, presidente del tribunale.

Al termine di un'indagine durata sei anni, i giudici del Centro infortuni collettivo hanno rinviato a giudizio, per omicidio e lesioni involontarie, Julien Ruas, il vice di Jean-Claude Gaudin, sindaco (Les Républicains) di Marsiglia dal 1995 al 2020, delegato alla prevenzione e gestione dei rischi dal 2014; Richard Carta, l'architetto che effettuò una stima dell'edificio appena diciannove giorni prima del crollo; nonché due persone giuridiche, la SARL Cabinet Liautard, fiduciaria della comproprietà di 65, rue d'Aubagne, e la società municipale di economia mista Marsiglia Habitat, proprietaria di 63, rue d'Aubagne. Quattro professionisti che “ha creato o contribuito a creare la situazione (…), o non hanno adottato misure per evitarlo il dramma, secondo i giudici.

Cronaca di una catastrofe annunciata

In primavera, i difensori delle parti civili hanno preso l'insolita iniziativa di chiamare direttamente in tribunale altri dodici imputati, sentiti come testimoni dai gip, ma che questi ultimi avevano scelto di non coinvolgere: alcuni dei dieci proprietari di appartamenti di in cui sono morti i loro inquilini, nonché il direttore di 65 per conto del fiduciario e due dirigenti della Marsiglia Habitat. Queste citazioni dirette davanti al tribunale prendono di mira gli stessi reati di omicidio e lesioni colpose ritenuti dai gip, ma aggiungono quelli di “sottoposizione di persone vulnerabili a condizioni di vita indegne” e di messa in pericolo.

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