Dobbiamo restituire a Cesare ciò che è dovuto a Cesare. Donald Trump a bordo del suo camion della spazzatura, che colpo di genio!
Il miliardario della Fifth Avenue non ha mai temuto il ridicolo. Lo baciò, lo reclamò.
Possiamo immaginare che il camion non odorasse di rifiuti in decomposizione intasati in ogni angolo della macchina.
Eppure l’immagine diceva tutto. Tutto ciò che è sbagliato nell’America, tutto ciò che è sbagliato nei Democratici, tutto ciò che è sbagliato in Joe Biden e nella sua presidenza.
Vorremmo dare la colpa al fanatismo ignorante e cospiratorio del MAGA.
Ma il fatto che questo megalomane, predatore sessuale, misogino, criminale sia alla porta della presidenza riflette soprattutto il fallimento di quella del suo predecessore.
Nel 2020
È chiaro che Joe Biden non è stato all’altezza della situazione.
“Ho cercato questa posizione per restaurare l’anima dell’America, per ricostruire la spina dorsale dell’America, la classe media, per far sì che l’America venga nuovamente rispettata nel mondo”, ha promesso il 3 novembre 2020.
Quest’anima è ancora così fratturata. Questa classe media soffocata. Questa America ridotta a fare del suo meglio in Medio Oriente.
Senza contare che lui stesso si è definito un “ponte” tra generazioni, un presidente di transizione.
Naturalmente non ha mai promesso di attenersi ad un solo mandato. Ma era il candidato di compromesso. Andrebbe bene.
Ma ha resistito. Soprattutto, la sua amministrazione ha finito per alimentare la furia di coloro che non lo avevano votato.
Vittima?
Accecati dalle loro certezze, i pubblici ministeri democratici hanno intensificato le azioni legali contro Donald Trump.
Tutti avranno capito che Donald Trump era come l’Al Capone della politica. Potremmo finire per sorprenderlo in qualcosa.
Bel concetto.
Solo che, nel voler salvare la democrazia americana dai cantanti MAGA, il sistema giudiziario americano ha fallito. Sarà riuscito solo a screditarlo ulteriormente tra milioni di elettori che vedevano in Donald Trump la vittima di élite pronte a tutto pur di smorzare la voce delle classi lavoratrici che credevano in lui.
Triste verità
Abbiamo capito subito che Joe Biden aveva scelto Kamala Harris perché era un simbolo. Un simbolo che gli avrebbe procurato i voti necessari per vincere.
Perché se si fosse veramente fidato di lei, le avrebbe ceduto con largo anticipo. Abbastanza per fare le primarie, per vincerle. Abbastanza, soprattutto, perché lei impari e diventi formidabile o perda contro un candidato migliore.
Ma Joe Biden aveva le sue certezze. Le stesse che le classi lavoratrici rimproverano alle élite.
Ha resistito. Troppo lungo.
Donald Trump ha avuto il tempo di arare il terreno del risentimento.
E Kamala Harris è stata lanciata nell’arena all’ultimo minuto con una missione quasi impossibile.
Se Donald Trump vincerà martedì, Joe Biden potrà incolpare solo se stesso.
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