All’Arsenic di Losanna fino al 3 novembre, la coreografa anglo-americana-svizzera Ruth Childs spinge tutti i cursori sul rosso con “Fun Times”, una creazione coreografica che esplora la risata in tutte le sue forme, ballata, cantata e suonata. Tanto gioioso quanto deliziosamente confuso.
Vede rosso, Ruth Childs. Un rosso brillante, rubicondo. Non quella della rabbia, piuttosto quella dell’allegria e del cabaret. Forse anche un viola un po’ luciferino, perché questo spettacolo non è privo di malizia, ballato ad un ritmo a volte infernale su una musica che potrebbe essere descritta come diabolicamente inquietante. E poi tutto si svolge sotto un braciere di faretti scarlatti cucinati dalla lighting designer Joana Oliveira.
Annuncia il colore, Ruth Childs. Il titolo della sua ultima creazione coreografica è un programma: “Fun Times”. Siamo qui per ridere. Tutto, compreso il ballo, te stesso e anche le risate. Visto che parliamo dell’inferno, diciamo che questo spettacolo è una commedia divina. E poi questo rosso è anche – guarda caso una prima – quello del sangue che cola lungo la gamba della ballerina e coreografa in seguito al troppo sfregamento involontario del suo ginocchio sul pavimento, che è di un bianco immacolato.
Un pezzo per cinque artisti che sono tanto corpi in movimento quanto strumenti musicali e clown, “Fun Times” esplora la gioia in tutti i suoi stati, compresi quelli più assurdi o più banali. Dal solletico al puro piacere del gioco, dal sorriso ipocrita allo scoppio di risata più schietta.
Patchwork musicale
Lo spettacolo inizia appena con il suono di una vecchia drum machine quando i nostri orientamenti si confondono: commedia musicale contemporanea? Ballo del coro? Operetta in stile minimalista newyorkese? Mettendo in moto una partitura vocale che potrebbe essere di Philip Glass, scandita da “ciao!” e “ho!”, “ah!” e “hoo!”. “Fun Times” cita passi di danza che pensiamo di aver visto ne “Il mago di Oz” o “Singin’ in the Rain”, tanti scherzi e trappole visive.
Appollaiato in cima alle tribune, il compositore Stéphane Vecchione accende tutto il materiale musicale, musica classica rivisitata da un synth vintage, estratti di musica pop (Kraftwerk, Donna Summer, Elvis e molti altri), opera, canto religioso, il tutto in un vortice di tagli e collage che ricordano quel suono presto obsoleto della FM quando giri e giri freneticamente il cursore alla ricerca di una stazione radio.
Uno spettacolo confuso
Grande arte del copia e incolla, proprio come i movimenti dei cinque performer, Ruth Childs, Bryan Campbell, Karine Dahouindji, Cosima Grand e Ha Kyoon Larcher, ciascuno, ballando, suonando, ridendo, piangendo, scoppiando da una tenda (rossa ovviamente) che non sarebbe fuori posto in uno spettacolo di cabaret.
Alla fine “Fun Times” crea confusione, questo è il suo obiettivo. O meglio, rifugge ogni linea retta per avventurarsi nelle strade secondarie della danza e del piacere. Se ti senti perso, puoi sempre aggrapparti al sipario e ridere con questa bella compagnia di gentili dadaisti.
Thierry Sartoretti/aq
“Tempi divertenti” di Ruth Childs. Con Ruth Childs, Bryan Campbell, Karine Dahouindji, Cosima Grand e Ha Kyoon Larcher. Théâtre Arsenic, Losanna, fino al 3 novembre. Poi, Centro Culturale Svizzero, Parigi, 21 e 22 novembre 2024.
Inoltre, Ruth Childs balla l’assolo “Delicate People” dall’8 al 10 novembre 2024 al Comune di Ginevra nell’ambito del Festival Dance first think later.
E infine, sempre in solista, la straordinaria “Blast!” al Tempio tedesco di La Chaux-de-Fonds il 27 e 28 novembre 2024 nell’ambito della stagione ADN (Associazione di danza di Neuchâtel)
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