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Il FMI evidenzia la necessità di aggiustamenti di bilancio: si prevede che il debito pubblico globale raggiungerà il 100% del PIL nel 2030

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Le proiezioni tendono sistematicamente a sottostimare i livelli del debito: i rapporti debito/PIL raggiunti tre anni dopo sono, in media, 6 punti percentuali di PIL superiori alle proiezioni, osserva il FMI.

Il debito pubblico globale è molto elevato. Si prevede che il livello del debito supererà i 100mila miliardi di dollari (o il 93% del Pil globale) nel 2024 e continuerà ad aumentare fino alla fine del decennio, raggiungendo quasi il 100% del Pil entro il 2030. Sono queste le proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI) sul debito pubblico nel mondo che, afferma, dovrebbe stabilizzarsi o diminuire in circa “due terzi dei paesi del mondo”, e resterà “ben al di sopra” delle previsioni formulate prima della pandemia.

Il Fondo sottolinea che i paesi i cui livelli di debito non sono prossimi alla stabilizzazione contribuiscono “a più della metà del debito globale e a circa due terzi del PIL globale”. Secondo lui ci sono diverse ragioni per cui i futuri livelli di debito potrebbero superare quelli previsti oggi.

Secondo lui, negli ultimi decenni, il discorso politico sulle finanze pubbliche ha sempre più “privilegiato” l’aumento della spesa pubblica. L’incertezza sulla politica fiscale è più pronunciata. Inoltre, sembra, ha considerato, che “le proiezioni tendono sistematicamente a sottostimare i livelli del debito: i rapporti debito/PIL raggiunti tre anni dopo sono, in media, 6 punti percentuali più alti dal PIL alle proiezioni.

Si sottolinea che sono necessari aggiustamenti di bilancio molto più consistenti di quelli attualmente previsti. “Il debito globale a rischio, vale a dire il livello del debito futuro in uno scenario estremamente sfavorevole, è stimato, ha affermato, a quasi 20 punti percentuali del PIL in più in tre anni rispetto alle proiezioni di base del World Economic Outlook”.

Il debito rischioso è aumentato

Sarebbe il 115% del Pil nel 2026. Infatti, spiega, l’elevato debito oggi prevalente “amplifica gli effetti del declino” della crescita o dell’inasprimento delle condizioni finanziarie combinato con l’ampliamento degli spread dei futuri livelli di debito. Secondo lui, il debito rischioso varia notevolmente da paese a paese.

“In tutti i Paesi avanzati il ​​debito rischioso a tre anni, precisa, è un po’ in calo rispetto ai picchi raggiunti durante la pandemia. È stimato al 134% del PIL. Nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, invece, il debito rischioso è aumentato e rappresenta l’88% del Pil.

E che il Fondo ritenga che sia giunto il momento di ripristinare un margine di manovra di bilancio. Secondo lui, adottare un atteggiamento di attesa può essere costoso. “Nei paesi in cui si prevede che il debito continuerà ad aumentare, come il Sudafrica, il Brasile, la Francia, gli Stati Uniti, l’Italia e il Regno Unito, le misure posticipate renderanno l’aggiustamento necessario ancora più elevato”, ha avvertito. Il FMI ricorda i principali elementi del necessario riequilibrio delle finanze pubbliche.

“È necessario un aggiustamento di bilancio cumulativo che rappresenti in media dal 3,0 al 4,5% del PIL, ha osservato, in modo che le probabilità di riuscire a stabilizzare o ridurre il debito siano elevate”. La priorità sarebbe quindi quella di ricostruire lo spazio fiscale, raccomanda, al fine di rendere i paesi più resilienti agli shock futuri.

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