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Discoteca delle idee | La stampa

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Da diverse settimane ho posizionato i bidoni della spazzatura strategicamente sul bordo del marciapiede, con le maniglie rivolte verso la strada, preferibilmente non nascosti da un’auto. D’altro canto la mia fibra femminista si è rianimata, e mi accorgo di essere sempre meno una consumatrice beata, e sempre più una cittadina all’erta. Grazie a chi? Grazie alla mia frequentazione dei saggisti del Quebec!


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Aggiornato alle 7:00

Quando parliamo di libri locali pensiamo principalmente ai romanzi.

Giustamente: sono fantastici. Il romanzo del Quebec ha vissuto una vera età dell’oro negli ultimi anni. L’elenco dei nuovi classici La stampa lo dimostra bene, stilando una lista di titoli eclettici nei quali bisogna tuffarsi allegramente e senza moderazione⁠1. Se leggo molti romanzi da qui, sono anche – soprattutto – un grande fan dei nostri saggisti.

E questo è un bene perché anche loro sono in ottima forma. Per lo spirito inquietante dei tempi, che li costringe a mettere in discussione molteplici argomenti, e grazie al lavoro approfondito di diverse case editrici. I saggi attuali, spesso piuttosto brevi e molto digeribili, coprono un’assoluta varietà di argomenti.

Ci aiutano a identificare le sostanze irritanti e ci permettono di comprendere il nostro mondo e le sue trasformazioni. Spesso solleticano la nostra fibra di indignazione. A volte offrono possibili soluzioni. In tutti i casi stimolano la nostra intelligenza, ci rendono meno stupidi, ci danno l’impressione di far parte di una comunità che si pone domande.

Ti offro tre test molto diversi che hanno filatore le mie sinapsi e reso felice il mio cervello. Tre saggi che riflettono l’attuale produzione del Quebec. Ciò che hanno in comune è essere mainstream, affrontare i problemi attuali e offrire una certa resistenza.

Cominciamo con il racconto-saggio di Simon Paré-Poupart, Spazzatura !pubblicato da Lux nel mese di settembre. Un libricino vigoroso e atipico di un vero, vero netturbino che da 20 anni raccoglie la nostra spazzatura. Come racconta fin dall’inizio, ha trasportato quasi 70.000 tonnellate di rifiuti, che hanno necessariamente plasmato la sua visione della vita e del mondo. Ci offre un’incursione non priva di umorismo in questo affascinante universo di cui non sappiamo nulla, che soprattutto non vogliamo vedere, nella parte più sporca della nostra società dei consumi.

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La prova Spazzatura !di Simon Paré-Poupart, è stato pubblicato da Lux.

Ama profondamente la sua professione, tanto da aver cercato una formazione in sociologia per comprenderne meglio tutte le dimensioni e le implicazioni, cosa che conferisce al suo lavoro una profondità senza precedenti. Mette in discussione le nozioni di pulito e sporco, della nostra epoca che genera una sovrabbondanza di spazzatura. Dipinge anche ritratti teneri e gustosi dei suoi colleghi, degli emarginati, degli eccentrici, tutti incredibilmente in forma. Menziona anche i quasi-cartelli della spazzatura. E impariamo lungo la strada che i nostri netturbini ci parlano attraverso la nostra spazzatura, a seconda che lo facciano passo all’incirca a distanza di un braccio sulla nostra terra o lo rimettono con cura nel nostro vialetto! Un UFO dalla lettura affascinante.

Marilyse Hamelin è una coraggiosa femminista quarantenne, di questa generazione che è all’ombra delle “femministe ancestrali” del 1970, e pressata dalle più giovani. Da 10 anni sul blog Settimana rosaIn Notizia, Castellaine et La Gazzetta delle donnequesta autrice e saggista ha coraggiosamente raccontato e testimoniato le questioni femministe. Questo dà: Solitudini, un decennio di riflessioni femministepubblicato da Somme tout in agosto.

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Solitudini, un decennio di riflessioni femministedi Marilyse Hamelin, è stato pubblicato da Éditions Somme tout.

Marilyse non è il tipo che compila i suoi testi per mostrare narcisismo. Le sue rubriche non sono sproloqui, ma sguardi a volte preoccupati, sempre onesti. Nel corso degli anni vediamo il suo punto di vista affinarsi ed espandersi e alcuni temi ritornano. Discute della sottorappresentanza delle donne al potere, delle ripercussioni delle ondate di denunce, dell’impatto della maternità sulle donne. Ma soprattutto parla dell’esaurimento militante, della stanchezza che la sopraffa, un argomento tabù, ma così rivelatore e affascinante. Evoca una risacca, ma mostra anche empatia e speranza guardando i suoi cadetti andare via.

Questo è un lavoro generoso e stimolante, che interroga uomini e donne, che ci frusta. Marilyse Hamelin può essere stanca, ma né scoraggiata né scoraggiata!

L’ultimo saggio di cui parlo è forse il più tecnico, ma si divora facilmente, e il suo argomento ci stimola abbastanza da farci trovare i pochi grafici che illustrano le osservazioni, mio ​​Dio, quasi emozionanti…

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La nostra società dei consumi è finitadi Jacques Nantel e Isabelle Thibeault, è stato pubblicato da Éditions Somme tout.

La nostra società dei consumi è finitapubblicato tre settimane fa, è il risultato dell’incontro tra lo specialista di marketing Jacques Nantel e Isabelle Thibeault, antropologa del consumo. Un uomo a destra e una donna a sinistra. Dialogo improbabile tra chi raccoglie i pezzi rotti del guru del consumo e quest’ultimo. E funziona!

I due si interrogano e rispondono in modo pertinente, perché arrivano alla stessa constatazione: stiamo andando verso un vicolo cieco. Per loro, il percorso verso una prosperità duratura implica una drastica riduzione del nostro debito e, soprattutto, il passaggio da consumatore passivo a cittadino illuminato. La loro difesa è doppiamente efficace.

Adoro i saggi, te l’ho detto? Mi sento come in una discoteca delle idee!

1. Leggi la scheda “I nostri 25 nuovi classici”

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