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“La battaglia incompiuta della scuola contro le pressioni islamiste”

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CONTRAPUNTO – La prima arma della scuola resta quella della conoscenza e più che con parole incantatrici sulla laicità, il ministro dell’Istruzione nazionale, Anne Genetet, si aspetta un’effettiva attuazione dello “shock del sapere”, promessogli un anno fa da Gabriel Attal.

Un anno dopo l’assassinio di Dominique Bernard, quattro anni dopo quello di Samuel Paty, gli omaggi sono lì a ricordarci la realtà omicida dell’ideologia islamista. Di recente, a Tourcoing, l’aggressione contro un insegnante che informava uno studente del divieto di indossare il velo dimostra ancora una volta che la scuola non è questo santuario protetto contro quelli che troppo spesso vengono definiti generici e modesti “attacchi alla laicità”.

Il nuovo ministro dell’Istruzione nazionale, Anne Genetet, accoglie con favore il calo di questi atti. 110 registrati nel settembre 2024 contro gli 838 del settembre 2023. Chi non ne sarebbe felice? Nel Domenica in tribunavede gli effetti del divieto dell’abaya e del qami deciso da Gabriel Attal durante l’anno scolastico precedente. Se davvero è così, è la prova che una decisione semplice, chiara e con effetto immediato è meglio di tanti discorsi enfatici sulla laicità.

Leggi anche“A Tourcoing gli islamisti ci mettono alla prova con la complicità di alcuni studenti, genitori e insegnanti”

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