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13 ottobre 2024 – 20:09
(Keystone-ATS) L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), una sorta di “ONU del vino” che riunisce esperti del settore, ha lanciato domenica un appello allo “sviluppo sostenibile” della vite, al termine di una riunione ministeriale in Francia.
“Gli effetti del cambiamento climatico amplificano” le sfide che la vite deve affrontare, hanno sottolineato 37 membri, su 50, partecipanti alla riunione presso la sede dell’OIV a Digione (est).
I firmatari incoraggiano “i serbatoi di biodiversità, come i vitigni e l’intero ecosistema che li circonda, limitando l’erosione del suolo, catturando il carbonio (…) e riducendo i rifiuti”, aggiunge la dichiarazione ministeriale, la prima nella storia dell’organizzazione festeggia quest’anno il suo centenario.
L’OIV si è posto gli “obiettivi” di “sostenere l’innovazione, le pratiche culturali ed enologiche ambiziose, resilienti e sostenibili (…) nonché la biodiversità, come la conservazione e l’utilizzo della diversità della vite, lo sfruttamento di nuove varietà di vite e gestione efficiente dell’acqua”.
La “sostenibilità” della vite e del vino passa anche dalle questioni “economiche e sociali”, ha spiegato in conferenza stampa il direttore generale dell’OIV, il neozelandese John Barker, sottolineando in particolare la necessità che il settore si adatti al declino nel consumo di vino.
Presto la Cina
Creato il 29 novembre 1924 da otto paesi (Spagna, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Tunisia), l’OIV riunisce oggi 50 Stati, coprendo l’88% della produzione mondiale di vino, con la nota assenza degli Stati Uniti Uniti, che hanno sbattuto la porta nel 2001, dopo il fallimento del loro candidato presidenziale. La Svizzera è membro.
A novembre la Cina diventerà il 51° Stato membro.
L’organizzazione non è politica ma riunisce esperti tecnici e scientifici che si scambiano informazioni sul settore e cercano di armonizzare gli standard a livello internazionale.
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