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Google messo sotto pressione con la minaccia di smantellamento

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Karen Dunn (al centro) ed Eric Mahr (a sinistra), due degli avvocati che rappresentano Google, all’apertura di un processo antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Google per le sue attività pubblicitarie, ad Alexandria, Virginia, il 9 settembre 2024. SAMUEL CORUM/AFP

Google dovrebbe essere smembrato? In ogni caso, questo è ciò che suggerisce – e spera – il Dipartimento di Giustizia americano. Questo ministero ha infatti proposto, mercoledì 9 ottobre, in un lungo documento di trentadue pagine, sanzioni che potrebbero mandare in frantumi l’impero del colosso digitale, ancora leader indiscusso nella ricerca online, con una quota di mercato del 90%. “Stiamo valutando rimedi comportamentali e strutturali che impedirebbero a Google di utilizzare i suoi prodotti come Chrome, Google Play e Android a vantaggio del suo motore di ricerca”, ha scritto al giudice federale di Washington Amit Mehta.

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Nel gergo antitrust, il messaggio è chiaro: Google dovrebbe essere costretta a separare, o addirittura vendere, il suo browser Internet, il suo negozio di applicazioni mobili o il suo ambiente smartphone per smettere di privilegiare il suo motore di ricerca come servizio per impostazione predefinita e, quindi, per mantenere il suo quasi monopolio indebitamente, secondo il ragionamento del dipartimento di giustizia.

L’accusa prevede inoltre di costringere Google a condividere con i suoi concorrenti i dati raccolti sulle ricerche degli utenti di Internet – un’importante fonte di informazioni che può essere utilizzata per vendere annunci pubblicitari mirati sugli interessi. Il documento menziona infine l’idea di limitare la possibilità per Google di addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale (AI) sui dati di ricerca e sulle query degli utenti dal suo motore.

“Rischio per l’innovazione americana”

Un simile attacco al regno di Google non ha precedenti. Traccia un quadro che cambierebbe il volto del colosso da 307 miliardi di dollari di fatturato (280 miliardi di euro), più della metà dei quali nelle ricerche online, e 73 miliardi di dollari di utile netto nel 2023 Lo spettro dello smantellamento invocato dall’americana Il Ministero ricorda casi storici di antitrust: la separazione del colosso delle telecomunicazioni AT&T, nel 1984, o la condanna di Microsoft per aver preferito il suo browser Explorer all’ambiente Windows, nel 1999.

Inoltre, avvertendo la minaccia, Google ha denunciato con forza le proposte ritenute «radicali» e suscettibile “avere conseguenze indesiderate per i consumatori, le imprese e la competitività degli Stati Uniti”. “Separare Chrome da Android li spezzerebbe” et “aumenterebbe il prezzo di smartphone e tablet”, indebolendo la concorrenza contro il mondo degli iPhone, ha affermato la società in un comunicato stampa. “Costringere Google a condividere le tue query di ricerca, i clic e le pagine dei risultati metterebbe a repentaglio la tua privacy e sicurezza”sostiene anche lei. Limitare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale “rischierebbe di ostacolare l’innovazione americana in un momento critico”.

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