La sinistra ha tracciato la linea tra sostenitori e oppositori del governo. Martedì 8 ottobre, la mozione di censura che ha difeso contro il governo Barnier – il primo – ha raccolto solo 197 voti. Lontano dai 289 necessari per abbatterlo. Solo cinque voti si sono aggiunti ai 192 dei quattro gruppi del Nuovo Fronte Popolare (NFP): quattro voti del gruppo Libertà, Indipendenti, Oltremare e Territori (LIOT) e uno non iscritto (David Taupiac, eletto in vari partiti della sinistra del Gers ). All’interno dell’NFP, solo il separatista neocaledoniano Emmanuel Tjibaou non ha sostenuto la censura.
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Come previsto, la sinistra ha difeso in linea di principio la censura contro un governo che ha scelto di non cercare la fiducia dell’Assemblea nazionale. E che lei trova semplicemente illegittima: “Mai, signor Primo Ministro, lei avrebbe dovuto stare davanti a me e sedersi su questi banchi con un governo, che non avrebbe mai dovuto essere nominato”ha lanciato nell’introduzione il primo segretario del Partito socialista (PS), Olivier Faure, il quale rileva che si tratta “è di moda agire “come se” i diritti liberali e conservatori avessero vinto le elezioni legislative”.
Percependo tagli netti alle politiche sociali nel bilancio che sarà presentato giovedì, Olivier Faure non crede che gli aumenti fiscali annunciati verranno effettuati in uno spirito di giustizia fiscale: “Signor Primo Ministro, lei ha detto di voler “fare molto con poco, partendo quasi dal nulla”. In realtà si vuole fare molto con chi ha poco e quasi niente con chi ha tutto. »
La maggioranza “meno relativa”.
Di fronte ai deputati, Michel Barnier ha chiarito alcuni punti della sua dichiarazione di politica generale rilasciata una settimana prima. E ha risposto alle due principali rimostranze sollevate dalla sinistra. Sull’illegittimità: “Tra le maggioranze relative, quello che vedo è che la maggioranza relativa che accompagna il governo è oggi la meno relativa. » Sul bilancio: “La realtà che dobbiamo dire ai francesi è che stiamo spendendo troppo, stiamo spendendo soldi che non abbiamo. E che prendiamo in prestito a tassi che ora si stanno allontanando da quelli dei nostri vicini europei. »
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Anche se il Raggruppamento Nazionale (RN) aveva annunciato in anticipo che non avrebbe votato a favore della sfiducia, il discorso dei suoi deputati era il più atteso. Come avrebbe potuto il gruppo di estrema destra, che si è dichiarato all’opposizione, giustificare la sopravvivenza di? “la continuazione del macronismo con altri mezzi”secondo le parole del suo relatore, Guillaume Bigot? Lo stesso deputato del Territorio-de-Belfort ha descritto tutta l’elasticità politica e strategica della RN: “Vi spiegherò perché il nostro gruppo non vede l’ora di votare la censura, perché non avrà remore a votarla domani, ma anche perché non la voterà oggi. »
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