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Veglia su di me | Rock’n’roll e povertà

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È sempre delicato e pericoloso rappresentare la povertà alla televisione del Quebec senza cadere in caricature grossolane, scenette burlesche o cliché logori.


Pubblicato alle 00:57

Aggiornato alle 7:15

A Télé-Québec, commedia drammatica Mi senti? esplorato ambienti urbani deprivati ​​con la perfetta dose di tenerezza, umorismo e verità. Un masterclass sull’empatia televisiva.

Questo approccio autentico e condiscendente guida anche i personaggi angusti di Veglia su di mela nuova miniserie di Radio-Canada scritta da Pascale Renaud-Hébert, la brillante coautrice di Mi senti? con Firenze Longpré. L’Extra de Tou.TV pubblicherà giovedì i sei episodi da un’ora ciascuno di Veglia su di meche raccontano una complessa storia familiare deragliata dalla dipendenza dalla droga, dalla mancanza di istruzione e dalla deprivazione materiale.

Brutto programma divertente, scherza tra due sorsi di caffè preparato con il sifone. SÌ, Veglia su di me suscita grandi emozioni. Guylaine Tremblay, una delle star della miniserie, lo ha riassunto in una frase di straordinaria precisione: “è una storia difficile, ma che non ti schiaccia”, osserva. E’ esattamente così.

In questo dramma sociale autunnale, che mi è piaciuto molto, Guylaine Tremblay interpreta Maggie, una nonna single che ha avuto difficoltà in passato, ma che oggi conduce una vita “pulita e ubriaca”, senza alcol. Maggie lavora su doppi turni in un ristorante di pizza e spiedini a conduzione familiare, oltre a offrire manicure a casa per sbarcare il lunario.

E da tre anni e mezzo, Maggie si prende cura del piccolo Zack (Jérôme Hébert), 4 anni, figlio della figlia tossicodipendente Corinne (Pascale Renaud-Hébert), una giovane madre inadeguata che ha abbandonato il figlio per partire. su un pallone.

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FOTO DANNY TAILLON, FORNITA DA RADIO-CANADA

Pascale Renaud-Hébert in una scena di Veglia su di me

Nel primo episodio, dopo otto mesi di silenzio radiofonico, Corinne torna a casa, sobria e finalmente separata dal suo partner tossico Joey (Guillaume Laurin). Corinne, che tutti chiamano Coco, riconnette con sua madre Maggie e il suo cuore si spezza quando Zack, suo figlio, non la riconosce. Questo è normale, perché il bambino è stato allevato da sua nonna.

Corinne, che ha abbandonato la scuola alla quarta elementare, ora giura alla madre che è cambiata, che non fa più uso di droghe, che sta cercando un vero lavoro e un posto tutto suo. Maggie ha sentito questo discorso troppe volte e ne è sospettosa, giustamente. Perché questo ennesimo svezzamento di Corinne dovrebbe avere successo? Perché rompere la routine di Zack e trascinarlo inutilmente da un appartamento all’altro?

Al di là della disputa sulla custodia di Zack, permangono profonde tensioni tra Corinne e sua madre Maggie, che non era nemmeno la madre del secolo. Un’alcolizzata in via di guarigione, Maggie ha a lungo trascurato Corinne, che il DPJ ha affidato in affidamento all’età di 12 anni. Cicli di violenza e abusi si perpetuano in questa famiglia disfunzionale, che vive in una città – mai nominata nella serie – come Saint-Jérôme o Granby.

Il vocabolario dei protagonisti di Veglia su di me è costellato di parole religiose e di rozzi quebecismi come: Calisse, punta, grido, Moe, icitte, Tabarnak e diversi “se avessi”. In questo contesto non c’è motivo di inondare l’ufficio reclami dell’emittente pubblica.

La parte più leggera di Veglia su di me passa molto attraverso l’impertinente barista Samantha (Karine Gonthier-Hyndman), un’amica di Corinne con le unghie artigliate e una lingua forte. Un personaggio stravagante, accattivante e molto redditizio.

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FOTO DANNY TAILLON, FORNITA DA RADIO-CANADA

L’impertinente barista Samantha (Karine Gonthier-Hyndman) aggiunge un tocco di umorismo alla miniserie.

Il primo episodio di Veglia su di meveloce e compatto, imposta efficacemente la trama e disegna con chiarezza i contorni dei personaggi, che fumano e imprecano come carrettieri. Un bel pugno chiude la prima ora e la seconda si conclude con il ritorno di una figura nociva che non annuncia nulla di buono.

Sospetti che la fragile e volubile Corinne, nonostante tutta la sua buona volontà, sia a rischio di “un altro errore”, per parafrasare lei. E il suo ex fidanzato Joey, che l’ha picchiata, continuerà a girarle intorno, sperando nella sua ricaduta.

Veglia su di meche apparirà sulla tradizionale televisione Radio-Canada a gennaio, presenta una galleria di personaggi carenti che si amano, certo, ma che si amano molto male. Dietro il loro guscio forte, inspessito da un passato difficile, rileviamo la loro vulnerabilità e fragilità. Come puoi prenderti adeguatamente cura di un’altra persona quando non hai tutti gli strumenti per garantire la tua felicità?

Tra un successo di Martin Deschamps (Quando ?) e una bomba di Marjo (Gatti selvatici), il regista Rafaël Ouellet (Senso Unico, Turno: doppio fallo) non si crogiola nella miseria estetizzata. L’appartamento di Maggie (Guylaine Tremblay) è pulito, semplice ed elegante, per riflettere la dignità di questa combattente. Sarebbe stato incongruo installare questa nonna in uno studio squallido, disordinato e sporco.

Perché Maggie è una donna orgogliosa e forte, il che non ha nulla a che fare con la sua insicurezza finanziaria. Ha anche un tatuaggio (sbiadito e blu) di Coco stampato vicino al petto. Maggie ama sua figlia, ma l’ama in controluce, come in una canzone triste di Julie Masse dove nessuno risponde al grido d’allarme.

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