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dopo il 7 ottobre, due femminismi inconciliabili

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NARRAZIONE – Il silenzio degli ambienti associativi e delle principali figure femministe sugli stupri commessi durante l’attacco di Hamas ha segnato la rottura definitiva tra femministe intersezionali e femministe universaliste. Un’opposizione presunta, e talvolta violenta.

«Il 7 ottobre è stato un punto di svolta totalesospira Mona Jafarian, femminista franco-iraniana. Perché fino ad allora le femministe intersezionali insultavano e inveivano, certo, ma non andavano oltre. Dopo l’attacco di Hamas si sono mostrati violenti, nelle loro azioni e nei loro discorsi, contro coloro con cui non erano d’accordo“. Un anno dopo il raid terroristico, la cofondatrice del collettivo Femme Azadi non ha più speranza nella lotta che tuttavia guida la sua vita: “Ho capito che il femminismo nella sua forma attuale era morto.»

La sua osservazione è il risultato di una riflessione effettuata quasi un anno fa, nei giorni successivi al 7 ottobre 2023. Quel sabato, le forze armate di Hamas, un gruppo terroristico palestinese, attaccarono lo Stato ebraico, via terra, aria e mare. All’alba centinaia di islamisti sono stati uccisi contemporaneamente, in occasione di un festival musicale Nova e alle loro case – 1180 cittadini…

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