Proseguire nonostante tutto le operazioni del CICR in Libano, un podcast sulla setta dell’Ordine del Tempio Solare, la crescente piaga delle frodi scientifiche, coltivatori di funghi che sfidano il divieto e il ritorno in Val Maggia tre mesi dopo il violento maltempo: queste le scelte della settimana da RTSinfo.
INTERVISTA – Nonostante tutto, continuano le operazioni del CICR in Libano
Mentre la tensione aumenta in Libano, nel mezzo dell’escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah, il CICR continua la sua missione. Ospite a La Matinale de la RTS, il capo della delegazione nel Paese, Simone Casabianca-Aeschlimann, avverte del crescente bisogno di infrastrutture e attrezzature mediche per proteggere al meglio la popolazione.
Anche se gli attacchi a Beirut sono stati soprattutto mirati, “causano molti danni”, indica Simone Casabianca-Aeschlimann. “Le infrastrutture, i rifugi e i centri di accoglienza sono insufficienti e non sono attrezzati per accogliere un tale numero di persone in un periodo di tempo così breve”.
“Il sistema forense è, purtroppo, completamente sopraffatto, sia in termini di competenze che di attrezzature”, spiega, sottolineando che “la pace non è imminente, ma dobbiamo crederci e lavorare per questo con tutte le parti interessate.
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PODCAST – Un’autopsia della setta dell’Ordine del Tempio Solare
La mattina del 5 ottobre 1994, 53 persone furono trovate avvelenate e crivellate di colpi in una fattoria a Cheiry (FR) e in uno chalet in fiamme a Salvan (VS), nonché in una villa nel Quebec. Sono tutti membri dell’Ordine del Tempio Solare (OTS). Il podcast RTS “Soleil noir” analizza, utilizzando archivi sonori inediti, gli orrori commessi all’interno della setta.
Tra il 1994 e il 1997, la setta fu al centro di una serie di tragedie che sconvolsero il mondo. In totale hanno perso la vita 74 persone in Svizzera, Francia e Canada. Questa organizzazione sosteneva una miscela di spiritualità New Age, esoterismo e survivalismo, promettendo ai suoi seguaci un “transito” su una stella chiamata Sirio.
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INCHIESTA – Frode scientifica, una piaga crescente che mette a rischio l’integrità della ricerca
Il mondo della ricerca scientifica si trova ad affrontare un crescente problema di frodi e comportamenti scorretti, che mettono a repentaglio l’affidabilità della conoscenza prodotta. I “detective scientifici” cercano di combattere questo fenomeno, ma devono affrontare molti ostacoli.
“Non avevamo idea del volume in cui le persone, visibilmente, potrebbero aver fabbricato, falsificato dati o plagiato”, spiega Boris Barbour, co-responsabile di PubPeer, una piattaforma creata nel 2012 che consente di segnalare errori negli articoli scientifici. I ritiri di articoli, un tempo eccezionali, stanno diventando sempre più frequenti.
Preoccupa anche un nuovo fenomeno: l’emergere di riviste “predatrici” che pubblicano articoli senza un reale controllo scientifico, in cambio di finanziamenti. “Ci sono riviste che non servono assolutamente a nulla dal punto di vista scientifico, che sono lì solo per imitare il processo scientifico, per fare soldi”, osserva Solal Pirelli, dottorando in informatica presso l’EPFL e detective scientifico.
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REPORT – Quando i coltivatori di funghi vodesi sfidano il divieto
Il divieto di raccogliere funghi nei primi sette giorni di ogni mese, introdotto a luglio nel Canton Vaud, divide scienziati, politici e specialisti. I coltivatori di funghi sono pronti ad andare oltre per soddisfare la loro passione, ha osservato RTS.
“Sì, è illegale, ma lo accetto, sperando di non farmi beccare dal guardiano della fauna selvatica che mi chiederà 150 franchi e si prenderà il mio raccolto. Ma secondo me questa legge è da aggirare”, stima François, appassionato di micologia, che ha appena riempito il suo cestino davanti alle telecamere di Mise au Point, all’inizio di settembre.
Anche altri cantoni (Zurigo, Lucerna, Obvaldo, Grigioni e Glarona) hanno introdotto un divieto di raccolta per diversi giorni al mese. Ma nella Svizzera romanda Vaud fa da solo. Berna e Friburgo hanno testato la misura negli anni Novanta, prima di invertire la rotta: uno studio ha poi dimostrato che la raccolta non ha avuto un impatto significativo sulla produzione di funghi.
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REPORT – Ritorno in Val Maggia tre mesi dopo il maltempo
A tre mesi dalle gravi alluvioni che hanno colpito l’alta Val Maggia in Ticino, le sfide restano immense nonostante i lavori di ricostruzione in corso.
Il maltempo che si è verificato nella notte tra il 29 e il 30 giugno in Val Maggia ha causato, secondo le stime, otto morti e danni tra i 30 ei 50 milioni di franchi.
Ovunque nella valle stiamo lavorando prima dell’inverno per far fronte alle necessità più urgenti: mettere in sicurezza gli argini con escavatori meccanici, risanare le strade e la rete di acqua potabile.
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RTSinfo
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