Dalla Romania alla Polonia, la tempesta Boris provoca violente inondazioni
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Dalla Romania alla Polonia, la tempesta Boris provoca violente inondazioni

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Evacuazione di un uomo da parte degli abitanti durante un'alluvione, a Slobozia Conachi (Romania), 14 settembre 2024. DANIEL MIHAILESCU / AFP

Case sventrate e spazzate via dalle inondazioni, molte località allagate, fiumi in piena, residenti salvati con l'acqua fino alle ascelle: la tempesta Boris ha lasciato dietro di sé scene di devastazione questo fine settimana nell'Europa centrale e orientale. Ha portato piogge torrenziali e inondazioni mortali in Romania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Slovacchia. Il bilancio è salito a otto morti e diversi dispersi domenica 15 settembre.

Sei persone sono morte in Romania, un'altra in Polonia e un pompiere è morto in Austria durante un intervento. Inoltre, quattro persone risultano disperse nella Repubblica Ceca. La mobilitazione delle autorità e le evacuazioni di massa dei residenti degli ultimi giorni hanno tuttavia limitato il bilancio delle vittime.

La tempesta ha anche causato diffuse interruzioni di corrente e interruzioni alla rete di trasporto. Ad esempio, il traffico ferroviario è stato sospeso tra Polonia e Repubblica Ceca, mentre quattro linee della metropolitana di Vienna sono state parzialmente chiuse.

Forti nevicate

Le precipitazioni totali sono eccezionali: in alcuni punti, tra i 300 e i 350 mm di pioggia sono caduti nella Bassa Austria e tra i 200 e i 270 mm in altre località austriache tra giovedì e domenica mattina, da due a quattro volte in più rispetto a un intero mese di settembre. In montagna, anche a bassa quota, la tempesta ha causato forti nevicate. La stazione sciistica di Obertauern (Austria), a 1.700 metri di altitudine, è stata ricoperta da un metro di neve farinosa, bloccando alcune finestre delle case. In pianura, le enormi quantità di pioggia hanno causato l'esondazione di diversi fiumi, come l'Elba, l'Oder, la Morava e il Salzach.

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In Polonia, le regioni di Slesia, Bassa Slesia e Opole, nel sud del paese, al confine con la Repubblica Ceca, sono le più colpite. Più di cento fiumi sono rimasti in allerta domenica. A Stronie Slaskie, nella Bassa Slesia, una diga sul fiume Biala Ladeckia ha ceduto, provocando un'onda devastante sulla città di Klodzko (popolazione 25.000). In Slesia, a Glucholazy (popolazione 13.000), due ponti sono stati spazzati via sotto la pressione delle acque, allagando la città e isolandone il centro dal resto del mondo. Il primo ministro Donald Tusk ha dichiarato lo stato di calamità naturale domenica sera.

La causa di questi disastri è una “goccia fredda”, cioè una sacca di aria molto fredda, alimentata sia da aria di origine polare sia da aria calda e umida proveniente da un Mediterraneo anormalmente caldo – fino a 7°C sopra la norma. “Il contrasto delle masse d’aria è stato esplosivo e ha dato origine a precipitazioni molto intense”spiega Davide Faranda, direttore di ricerca (CNRS) presso il Laboratorio di Scienze del Clima e dell’Ambiente.

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