“Meno basi, più scuole”, la Francia illustra la sua nuova strategia in Africa

“Meno basi, più scuole”, la Francia illustra la sua nuova strategia in Africa
“Meno basi, più scuole”, la Francia illustra la sua nuova strategia in Africa
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AA / Parigi / Ümit Dönmez

Il portavoce del Quai d’Orsay, Christophe Lemoine, ha presentato giovedì 23 gennaio 2025 le grandi linee della riconfigurazione delle relazioni tra la Francia e diversi paesi dell’Africa subsahariana.

Durante la sua conferenza stampa settimanale, Lemoine ha ricordato che l’impegno militare francese nel Sahel, iniziato nel 2013 su richiesta degli Stati interessati, si è concluso in alcuni paesi “a causa di sviluppi interni”, alludendo a cambiamenti di potere. si sono verificati nella regione, compresi colpi di stato.

“Dove la presenza militare francese non è più desiderata, le forze francesi se ne sono andate”, ha detto. Ad esempio, le forze francesi hanno lasciato il Mali nel 2022 e il Burkina Faso nel 2023, seguendo le decisioni sovrane dei rispettivi governi.

– Una transizione incentrata sulla cooperazione

Oltre alle questioni di difesa, Christophe Lemoine ha sottolineato che le relazioni franco-africane si basano anche su “densi partenariati” e “profondi legami umani e culturali”. L’attuale strategia, sostenuta dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, mira a “guardare al futuro”.

“Meno basi, più scuole”, ha sintetizzato Lemoine, riferendosi a progetti incentrati su istruzione, sanità, gioventù e clima.

Questo riorientamento comporta la chiusura graduale delle basi militari francesi in Ciad, Senegal, Costa d’Avorio e Gabon, nel quadro di un dialogo bilaterale portato avanti per due anni, secondo il Quai d’Orsay. Le consultazioni, affidate a Jean-Marie Bockel, “inviato personale” del presidente francese per l’Africa, mirano a favorire “partenariati vantaggiosi per tutti” che rispettino la sovranità degli Stati interessati.

– Contesto delicato

Questa dichiarazione arriva in un clima diplomatico teso. Durante la conferenza degli ambasciatori del 6 gennaio, Emmanuel Macron ha dichiarato che alcuni “leader africani” si erano “dimenticati di ringraziare” la Francia per il suo impegno militare nella lotta al terrorismo nel Sahel. Questi commenti, percepiti come condiscendenti da diversi leader africani, hanno scatenato un’ondata di critiche contro l’ex potenza coloniale.

Da diversi anni, le relazioni tra la Francia e i suoi partner africani sono caratterizzate da crescenti tensioni. Il ritiro graduale delle truppe francesi ha avuto luogo in diversi paesi dell’Africa occidentale su richiesta dei loro governi:

– Mali: ritiro delle forze francesi nel 2022, dopo il deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Bamako e Parigi;

– Burkina Faso: fine dell’accordo di cooperazione in materia di difesa nel 2023, con la partenza delle truppe francesi poco dopo;

– Niger: sospensione della cooperazione militare ed espulsione dell’ambasciatore francese nel 2023, dopo un colpo di stato che ha allontanato il paese da Parigi;

– Ciad, Costa d’Avorio e Senegal: annunciato il ritiro delle forze francesi a partire dal 2025.

Questi sviluppi avvengono in un contesto in cui molti Stati africani rivendicano una sovranità rafforzata ed esprimono il desiderio di diversificare i propri partner internazionali.

– Ridefinizione del ruolo della Francia

Allo stesso tempo, la Francia sta cercando di ridefinire il proprio ruolo nel continente sottolineando i partenariati economici, culturali e climatici, come dimostra la restituzione dei beni culturali in Benin, Senegal o Madagascar, nonché iniziative come il One Forest Summit ( 2023) o il Global Financial Compact (2024).

Nonostante queste tensioni, la Francia intende portare avanti il ​​proprio impegno su altri fronti, in particolare sostenendo una rappresentanza africana allargata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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