Legault teme una “nuova Roxham”

Legault teme una “nuova Roxham”
Legault teme una “nuova Roxham”
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Lunedì François Legault ha reagito con cautela alla proroga concessa dal nuovo presidente americano sulle tariffe doganali sui prodotti canadesi. Ma le minacce di espulsioni di massa degli immigrati clandestini gli fanno temere un nuovo afflusso alla frontiera canadese.

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“Dobbiamo infatti non ritrovarci con una novità [chemin] Roxham e lo sbarco dei richiedenti asilo in Quebec”, ha affermato il Primo Ministro riferendosi al punto di passaggio informale diventato famoso durante la prima amministrazione Trump.

Gli agenti della Sûreté du Québec sono già al lavoro per monitorare la frontiera, assicura il primo ministro Legault.

Nel suo discorso di insediamento, poche ore prima, il presidente americano aveva annunciato l’intenzione di deportare “milioni di criminali stranieri”, oltre ad invocare lo stato di emergenza alla frontiera con il Messico per mobilitare l’esercito per impedire l’arrivo di nuovi immigrati clandestini.

François Legault chiede inoltre ancora una volta a Ottawa di “rafforzare le condizioni dei visti” per alcuni cittadini.

“Sappiamo che attualmente l’82% degli immigrati clandestini che passano dal Canada agli Stati Uniti passano attraverso il Quebec”, sottolinea il primo ministro del CAQ. Di questi, il 60% sono turisti indiani venuti con l’intenzione di passare illegalmente a sud della frontiera, ha aggiunto, a margine dell’annuncio di una nuova scuola secondaria a Prévost.

Prezzi

Quanto all’assenza di dazi doganali nell’immediato futuro, François Legault non festeggia. “Ci sarà un domani, tra una settimana, tra un mese? Questo non è escluso, tutt’altro”, sottolinea.

Ma se la nuova amministrazione americana dovesse andare avanti, si potrebbero presentare diversi scenari di ritorsione.

Durante l’incontro tra i premier provinciali e Justin Trudeau a Ottawa la settimana scorsa, François Legault ha proposto in particolare di risarcire le province che dovranno compiere maggiori sforzi nelle misure di ritorsione, come l’Alberta con il suo petrolio o il Quebec con la sua energia idroelettrica.

“L’idea è far vincere il Canada, ma non necessariamente far pagare una provincia più di un’altra”, sottolinea il primo ministro.

Per il momento, la sua controparte dell’Alberta, Danielle Smith, rifiuta di chiudere il rubinetto agli americani, ma resta il dibattito se il governo federale possa imporre tariffe senza l’accordo della provincia, dice François Legault.

Compriamo il Quebecois

Tra le altre strade prese in considerazione, il Quebec sta studiando la possibilità di imporre un sovrapprezzo sui prodotti venduti su Amazon o da Walmart online.

Il signor Legault ha anche colto l’occasione per riprendere il suo appello agli acquisti locali, come durante la pandemia. “Prima di scegliere un prodotto, online o meno, se possibile, anche se costa un po’ di più, compratelo dal Quebec”, dice.

Una cosa è certa: la “crisi di Trump”, come la chiama lui, mobiliterà il governo nei mesi a venire.

Anche il calendario per il ritorno al pareggio di bilancio potrebbe essere rivisto a seconda dell’entità delle tariffe imposte. “Il signor Trump farà uscire armi atomiche? Cosa farà il signor Trump? È troppo presto per rispondere a questa domanda”, ha detto il Primo Ministro.

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