Nella sessione invernale dello scorso dicembre, le Camere federali hanno finalizzato la legge federale sull’identità elettronica e altri mezzi di prova elettronici (legge sull’identità elettronica) con 170 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astensione in Consiglio nazionale e con 43 voti contrari, 1 senza astensione nel Consiglio degli Stati.
Giovedì l’organizzazione di lingua tedesca Aufrecht e quella degli Amici della Costituzione hanno annunciato di aver indetto un referendum contro questa legge. Dovranno trovare 50.000 firme entro l’inizio di aprile. Ricordiamo che il Parlamento, dopo il fallimento del voto del 2021 per un’identità digitale privatizzata, ha lavorato su un’identità digitale in mano pubblica. Questa sarà facoltativa e i cittadini potranno ottenerla a partire dal 2026.
Ma per i referendum, che si sono già battuti contro la legge Covid: “L’era dell’informazione porta con sé nuove tecnologie che, da un lato, rappresentano opportunità e, dall’altro, presentano rischi per l’ordine di base liberal-democratico. (…) Le carte d’identità digitali come l’e-ID, le cartelle cliniche elettroniche, la moneta elettronica delle banche centrali e il voto elettronico creano ulteriori possibilità di sorveglianza».
Secondo loro, la legge non fornisce sufficienti garanzie: “I cittadini non devono subire restrizioni o svantaggi se non desiderano comunicare digitalmente con lo Stato o l’amministrazione”. Temono che l’identità digitale sia un primo passo legale verso “un sistema di crediti o punti sociali in Svizzera”.
Con questo disegno di legge: «Anche la volontà popolare viene chiaramente ignorata, perché nel 2021 la popolazione svizzera ha inviato un chiaro segnale contro la sorveglianza e il controllo digitale con oltre il 64% che ha detto no».
Se il referendum avrà successo, sarà l’occasione per discutere nuovamente questo tema molto delicato relativo alla libertà individuale. La votazione potrebbe svolgersi a settembre.
