Su iniziativa dell’Ecole Normale Supérieure dell’Università Moulay Ismaïl di Meknes, il 24 dicembre 2024, nei locali di questo istituto, si è svolto nei locali di questo istituto, alla presenza di di studenti, professori e un buon numero di scrittori.
I romanzi di Bouignane mostrano come la povertà, la precarietà, l’abuso di potere, il fondamentalismo e la perversione della “politica” diventino un ostacolo all’emergere dell’individuo, addirittura fonte di frustrazione per quest’ultimo.
L’ospite d’onore, El Mostafa Bouignane, ha condiviso con il pubblico un’arricchente riflessione sul suo lavoro, concentrandosi sui legami porosi tra letteratura e Storia. Organizzata dal Laboratorio di ricerca “Scienze linguistiche, arte, letteratura, educazione e cultura” (SCALEC – ENS – Meknes) e coordinata dai professori Abdelouahed Hajji e Mohammed Dekhissi, questa giornata di studi ha avuto l’obiettivo principale di riunire gli studenti dell’universo letterario di l’autore di L’anno di Bacco (Virgola, 2021)per aiutarli a comprendere la sua estetica e le sue tecniche di scrittura, nonché i grandi temi della sua letteratura.
Il contatto diretto con lo scrittore come persona suscita interesse tra gli studenti per le sue opere e anche per la lettura in generale. Ciò permette anche di mettere in discussione l’opinione radicata nella mente dello studente, secondo la quale lo scrittore è un personaggio lontano, assente, colpito dall’irrealtà. È anche un invito a (ri)visitare il rapporto tra letteratura e Storia nei suoi diversi aspetti. L’evento mira inoltre a promuovere le opere degli scrittori marocchini della nuova generazione, sensibilizzando gli studenti sull’altrettanto importante contributo della letteratura marocchina al “Letteratura mondiale».
Va ricordato che El Mostafa Bouignane è uno scrittore marocchino dalla produzione già considerevole. È anche un appassionato di cinema. Dal 1997 al 2000 è stato presidente del Reggab Ciné-club di Fez. Successivamente scrisse La Porta della Fortuna nel 2006 (Marsam); nominato per il Grand Atlas nel 2007 e per il Premio Il Piacere della Lettura al Salon Internazionale di Tangeri.
Nel 2010 ha pubblicato Di Uri e degli uomini (Marsam) e ha vinto il Premio della rivista letteraria marocchina. Con Da Fez a Kabulpubblicato nel 2013 (Marsam) e L’anno di Bacco nel 2021 (Virgola), ha vinto anche il Premio Marrakech della Gioventù. Nel 2022 ha pubblicato Jacob’s Orchestra, una storia marocchina con Georges Abitbol (Marsam). La Signora di Ahermoumou, pubblicato nel 2024 (Marsam) è il suo ultimo romanzo.
In tutti i suoi romanzi, El Mostafa Bouignane ripensa spesso i capricci della Storia, sottolineandone l’impatto dannoso sul destino degli individui. Attraverso la semplicità della sua scrittura, cerca spesso di avvicinare la scrittura romantica a quella storica.
In questo senso la Storia vuole essere un vasto campo di possibilità per gli scrittori in quanto permette loro di comprendere le fratture del passato per comprendere il presente. Con questo in mente, L’anno di Bacco riscrive una notizia a sfondo storico. L’autore racconta la storia del furto della statua di Bacco dal sito archeologico di Volubilis, alla periferia della città di Meknes.
Attraverso questo racconto, solleva il velo sul dramma vissuto dagli abitanti del villaggio di Fartassa, tormentati dalla storia e dalla politica corrotta nel 1982. Gli abitanti di questo villaggio maledetto furono sottoposti a violenze “kafkiane”, in cui la vittima non conosceva la causa dell’accaduto. la sua punizione, che assunse il colore della punizione.
In tutto il romanzo, Bouignane problematizza questa situazione esistenziale ancorandola a un contesto storico e politico complesso, mettendo in discussione pratiche e comportamenti alienanti, come l’autoritarismo, la religiosità, la politica disonesta, l’analfabetismo, il patriarcato, la povertà materiale e sessuale, l’emarginazione e la follia. Queste forme stranianti hanno plasmato il quadro di quest’epoca infestata dal terrore, di cui il corpo diventa il ricettacolo.
L’autore affronta così gli orrori della Storia per mettere a nudo la fragilità del corpo. Il romanzo evidenzia paradossalmente l’importanza dell’amore, della letteratura e perfino dell’amicizia come meccanismi di resilienza di fronte alle avversità del destino e della Storia.
Questo ritorno al passato ci permette di decostruire e comprendere i traumi che si trasmettono da una generazione all’altra.
Tuttavia, il “ scrittura della storia» non cade nella trappola del risentimento, ma garantisce la creazione di uno spazio fiorente scrivendo la resilienza come resistenza dinamica allo shock.
Inoltre, trasforma le vittime sopravvissute in attori per riconquistare una certa serenità, disattivando la vita a tempo prestato che caratterizza il personaggio paralizzato dalla paura attraverso l’attivazione del perdono e dell’oblio. Ma ciò diventa costruttivo solo quando il passato viene sottoposto ad un esame critico. I romanzi di Bouignane mostrano come la povertà, la precarietà, l’abuso di potere, il fondamentalismo e la perversione della “politica” diventino un ostacolo all’emergere dell’individuo, addirittura fonte di frustrazione per quest’ultimo.
Illustrano anche come la letteratura possa servire come strumento di conoscenza attraverso l’immaginazione storico. È una letteratura impegnata, perché l’autore-narratore, soprattutto in L’anno di Bacco dove occasionalmente compaiono biografemi, sostiene i valori dell’autonomia denunciando le ingiustizie politiche e storiche. In altre parole, il lettore nota di volta in volta il coinvolgimento personale dell’autore nella storia. L’universo letterario di Bouignane è tuttavia pieno di vita; l’autore trasforma i traumi della Storia in energia di vita. La sua prosa letteraria esplora così le ambiguità e i paradossi dell’esistenza dell’individuo di fronte alla Storia.
Di Abdelouahed Hajji