Come Dakar congedò l’esercito francese

Come Dakar congedò l’esercito francese
Come Dakar congedò l’esercito francese
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Secondo un’indagine approfondita di Jeune Afrique, l’annuncio della partenza delle forze francesi dal Senegal da parte del presidente Bassirou Diomaye Faye il 28 novembre si inserisce in una dinamica complessa, che unisce considerazioni strategiche e questioni politiche.

Questa decisione, per quanto spettacolare, non è del tutto inaspettata. Come rivela Jeune Afrique, già nel novembre 2022 i segnali d’allarme erano percepibili. Un alto ufficiale francese ha poi confidato alla rivista le sue domande sul futuro della presenza militare francese nel paese, illustrando questa incertezza con la prevista chiusura del centro equestre della base Frédéric-Geille a Ouakam.

L’evoluzione di questa presenza militare era già iniziata sotto la presidenza di Abdoulaye Wade. Le forze francesi di Capo Verde, che inizialmente contavano 1.200 soldati, furono ristrutturate nel 2011 per diventare le Elementi francesi del Senegal (EFS), con numeri ridotti a 350 uomini.

La cronologia degli eventi rivelata da Jeune Afrique evidenzia un processo graduale. Nel febbraio 2023, Parigi ha proposto all’ex presidente Macky Sall, attraverso Sébastien Lecornu, ministro delle Forze Armate, di dimezzare il personale. Una proposta che poi si è scontrata con le preoccupazioni di sicurezza del Senegal di fronte alla minaccia jihadista.

La tempistica dell’annuncio di Diomaye Faye sembra essere stata influenzata da diversi fattori. Secondo la rivista, il presidente senegalese non aveva avvertito i suoi ministri della Difesa e delle Forze Armate, né il suo capo di stato maggiore. Una fonte citata da Jeune Afrique suggerisce che questa decisione fosse legata alla commemorazione del massacro di Thiaroye: “È possibile che abbia preferito prendere l’iniziativa prima della commemorazione del massacro di Thiaroye […] Non voleva correre il rischio che Ousmane Sonko, che ha una posizione ferma sulla questione, affrontasse l’argomento.”

Il rapporto Bockel, commissionato da Emmanuel Macron, sembra aver giocato un ruolo decisivo nell’accelerare l’annuncio. Come riferisce Jeune Afrique, le sue raccomandazioni, che prevedevano il mantenimento di un centinaio di soldati francesi, sono trapelate prima ancora di essere discusse con Dakar, provocando l’esasperazione delle autorità senegalesi. Anche il presidente Faye ha reagito con forza: “Perché dovrebbe spettare al signor Bockel o a qualsiasi altro francese decidere che, in un paese così sovrano e indipendente, debbano essere mantenuti 100 soldati?”

Secondo il generale Babacar Gaye, ex capo di stato maggiore degli eserciti senegalesi, citato da Jeune Afrique: “Non sono le capacità già ridotte dell’EFS, né gli accordi fondamentali ad essere messi in discussione, ma una presenza che è il simbolo deve evolversi.”

Resta da definire l’attuazione di tale ritiro. L’EFS si prepara già a lasciare due basi a Dakar, Protée e Saint-Exupéry, mentre resta in discussione il futuro della base di Ouakam. Il presidente Faye ha promesso una partenza “con rispetto” e “senza fretta”, anche se, come spiega un suo stretto consigliere citato da Jeune Afrique: “Noi da parte nostra vogliamo una partenza definitiva. La cooperazione militare può benissimo realizzarsi senza una localizzazione fisica”.

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