A Bruxelles, da quando il presidente Emmanuel Macron ha annunciato, il 9 giugno, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, sono scoppiati i tumulti nella vita politica francese e questa Ve Una repubblica davvero speciale che solleva tanti interrogativi quante preoccupazioni. La nomina di Michel Barnier a Matignon il 5 settembre aveva, in un certo senso, rassicurato le istituzioni comunitarie. Dopotutto, pensavamo, se l’ex commissario europeo fosse riuscito a negoziare gli accordi post-Brexit con Londra, sarebbe riuscito a garantire una certa stabilità europeista alla Francia.
Il voto di mercoledì 4 dicembre di una mozione di censura contro il suo governo, ha ravvivato le preoccupazioni per una Francia politicamente instabile, incapace di riformarsi ed economicamente debole. “In un'Europa di estrema destra, con un Partito popolare europeo forte, siamo più preoccupati per una Francia che sta andando male, che potrebbe indebolire la zona euro, che per la prospettiva di vedere un giorno il Raggruppamento Nazionale al potere”commenta un alto funzionario europeo. Prima di spiegare: “L’estrema destra partecipa a diversi governi in Europa. Lei è al potere in Italia, con Giorgia Meloni. Da allora in poi, l'arrivo di Marine Le Pen all'Eysée non fa più così paura. »
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Indebolito economicamente e politicamente, “La Francia non può che essere indebolita sulla scena europea”giudice Sébastien Maillard, dell'Istituto Jacques Delors. L'eurodeputata (Orizzonti) Nathalie Loiseau ne parla “Molta preoccupazione a Bruxelles da parte dei nostri partner”soprattutto perché la Germania è in recessione e a due mesi dalle elezioni federali, il cancelliere Olaf Scholz è più preoccupato dalle questioni politiche interne che da quelle comunitarie. “Ciò rafforza la difficoltà dell’Unione [européenne ; UE] per rispondere alle sfide” posti dalla guerra in Ucraina, dal declino economico del Vecchio Continente e dall’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, continua l’ex ministro degli Affari europei.
Una piccola tregua
Per il momento, Parigi è servita da un’agenda europea senza grandi questioni immediate. La nuova Commissione si è insediata il 1È Dicembre e sta appena iniziando a orientarsi. Nel breve termine, la Francia, sottoposta a procedura per disavanzo eccessivo, dovrà tuttavia convincere i suoi partner, e ancor più i mercati, del suo piano di ritorno a finanze pubbliche più sane. Convalidato dalla Commissione il 26 novembre, si prevede di ridurre il deficit pubblico dal 6,1% del prodotto interno lordo nel 2024 al 5% nel 2025, e al 2,8% nel 2029, al di sotto della soglia del 3% prevista dal Trattato di Maastricht.
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