Emmanuel Macron potrebbe nominare un primo ministro questo giovedì

Emmanuel Macron potrebbe nominare un primo ministro questo giovedì
Emmanuel Macron potrebbe nominare un primo ministro questo giovedì
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E adesso? Il giorno dopo la storica censura, giovedì Michel Barnier ha presentato le sue dimissioni a Emmanuel Macron. Il Primo Ministro, deposto mercoledì sera da 331 deputati, presenterà le sue dimissioni alle 10.00. Quando sarà nominato il nuovo Primo Ministro? L’entourage del capo dello Stato non ha fornito dettagli, ma diversi suoi amici hanno confidato che questa volta intende farlo in fretta.

Da giovedì sera? “Non ha scelta”, dice uno dei suoi parenti. Si vocifera infatti che il presidente voglia decidere prima di sabato, giorno dell’evento la grande inaugurazione di Notre-Dame de Parisalla quale parteciperà in particolare Donald Trump. Soprattutto Macron non vuole dare l’immagine di un Paese instabile.

Perché con la caduta di Michel Barnier, la crisi politica ha raggiunto in Francia una pietra miliare senza precedenti: per la prima volta dal 1962, un primo ministro è stato rovesciato dall’Assemblea nazionale, dopo essersi assunto la responsabilità. Insoumise continua a chiedere elezioni presidenziali anticipate. “Se vogliamo ritrovare una soluzione di stabilità, è necessario la dimissione del Presidente della Repubblica”, ha insistito RTLil coordinatore del movimento, Manuel Bompard.

Marine Le Pen non ha chiesto formalmente le dimissioni del presidente, ma ritiene che “la pressione” su di lei “sarà ovviamente sempre più forte” se “non prenderemo la voce del rispetto degli elettori”. Mercoledì ha anche assicurato che lei e il suo popolo “lasceranno lavorare il futuro Primo Ministro”, al fine di “co-costruire” un bilancio “accettabile per tutti”.

Si tratta ora del Capo dello Stato di risolvere la quadratura del cerchio, tra il rinnovamento della “base comune” o l’ampliamento dei suoi contorni, al fine di creare una coalizione di governo più solida per resistere a un futuro tentativo di censura. I repubblicani non “faranno cadere” il prossimo governo, anche se decidessero di non parteciparvi, assicura Francia 2 il loro leader nell’Assemblea, Laurent Wauquiez. “Non rimarremo bloccati, non adotteremo la strategia del caso peggiore”, ha aggiunto.

Il capo dei deputati macronisti, Gabriel Attal, propone un accordo di “non censura” con il PS per sfuggire al controllo della RN. L’equazione è tanto più complessa in quanto un nuovo scioglimento e nuove elezioni legislative non potranno aver luogo prima di luglio.

Fino ad allora, chi per Matignon? Circolano i nomi del presidente del MoDem François Bayrou, del ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu, del LR Xavier Bertrand, dell’ex primo ministro socialista Bernard Cazeneuve e del sindaco di Troyes, François Baroin. Oggetto di speculazioni sono anche il ministro dell’Interno di estrema destra, Bruno Retailleau, considerato talvolta vicino alle idee della RN, o lo storico macronista Roland Lescure, legato al ramo socialdemocratico del Rinascimento.

Nel suo discorso di giovedì sera, alle 20, Emmanuel Macron dovrà essere convincente per rassicurare. Una missione tanto più difficile dato che la sua popolarità è ai livelli più bassi da quando è salito al potere nel 2017, o dalla crisi dei gilet gialli l’anno successivo, secondo i barometri.

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