A Losanna inizia la costruzione della prima chiesa ortodossa eritrea della Svizzera – rts.ch

A Losanna inizia la costruzione della prima chiesa ortodossa eritrea della Svizzera – rts.ch
A Losanna inizia la costruzione della prima chiesa ortodossa eritrea della Svizzera – rts.ch
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Questa domenica a Losanna verrà posata la prima pietra della chiesa ortodossa eritrea in Svizzera sull’ex Vivarium. Questo progetto risponde al bisogno dei 40.000 eritrei presenti in Svizzera, molti dei quali fuggiti dalla dittatura.

Finora i fedeli vodesi si riunivano negli angusti locali del tempio di Chailly, una soluzione temporanea che si è presto rivelata insufficiente. Dopo aver considerato diverse opzioni, come la trasformazione di edifici o l’affitto di hangar, la comunità ha scelto questo luogo fuori mano, nella periferia urbana.

«La Chiesa, secondo la nostra tradizione, è sempre fuori dalle città, questo ci permette di pregare in pace, senza essere disturbati dalla musica o dalle distrazioni urbane», spiega Elias Million, diacono della comunità, domenica alle 12,30. RTS.

Il nuovo edificio sarà adeguato alle pratiche religiose dei 300 fedeli locali. Comprenderà un ampio spazio per le celebrazioni, progettato per ospitare servizi a volte prolungati per tutta la notte.

A Losanna inizia la costruzione della prima chiesa ortodossa eritrea in Svizzera. [AC Atelier Commun Architectes]

Un luogo spirituale e culturale aperto a tutti

Al di là del suo ruolo religioso, la futura Chiesa integra una dimensione culturale e sociale. Un centro culturale offrirà corsi sulla cultura eritrea, ma anche lezioni di francese per favorire l’integrazione dei membri della comunità nella società svizzera.

“Invitiamo tutti a venire a visitare la chiesa, sia per conoscere la nostra cultura che per pregare. Tutti sono i benvenuti qui”, dice Elias Million

Progettato da uno studio di architettura losannese, l’edificio sarà inaugurato all’inizio del 2026 alla presenza del vescovo europeo della Chiesa ortodossa eritrea. Il costo totale dell’opera, stimato in poco più di 4 milioni di franchi, è finanziato in gran parte da donazioni private effettuate dai membri della comunità.

Camille Besse/vajo

Swiss

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