“Stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo trasmissione zero” entro il 2030, assicura il direttore dell’Agenzia nazionale per la ricerca sull’AIDS

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Yazdan Yazdanpanah annuncia in particolare “un prossimo trattamento con un’iniezione ogni sei mesi per prevenire completamente la trasmissione”.

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Pubblicato il 01/12/2024 11:15

Tempo di lettura: 1 minuto

type="image/avif">>Yazdan Yazdanpanah, specialista in malattie infettive, direttore dell'ANRS (Agenzia nazionale di ricerca sull'AIDS, l'epatite e le malattie infettive emergenti), 1 dicembre 2024 su franceinfo. (FRANCEINFO / RADIO FRANCIA)>>
Yazdan Yazdanpanah, specialista in malattie infettive, direttore dell’ANRS (Agenzia nazionale di ricerca sull’AIDS, l’epatite e le malattie infettive emergenti), 1 dicembre 2024 su franceinfo. (FRANCEINFO / RADIO FRANCIA)

“Stiamo facendo tutto il possibile” per raggiungere l’obiettivo “Trasmissione zero entro il 2030”, assicura domenica 1° dicembre lo specialista in malattie infettive Yazdan Yazdanpanah, direttore dell’Anrs (Agenzia nazionale per la ricerca sull’Aids, l’epatite e le malattie infettive emergenti), la Giornata mondiale contro l’Aids.

Questo obiettivo, fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo lui è raggiungibile nonostante “una stabilizzazione” contaminazioni in Francia “dai tempi del Covid” e in assenza ancora di un vaccino. Nel 2023 in Francia 5.500 persone hanno scoperto di essere sieropositive. Il dottor Yazdan Yazdanpanah si sta battendo per una maggiore prevenzione e screening.

“Abbiamo gli strumenti”insiste. “Ora possiamo andare ai laboratori senza prescrizione per fare screening, abbiamo la PrEP (questa compressa da assumere una volta al giorno per prevenire la trasmissione per le persone che si considerano a rischio), abbiamo un trattamento che verrà fornito con un’iniezione ogni sei mesi per prevenire completamente la trasmissione”spiega.

Per quanto riguarda il profilo dei nuovi contagiati in Francia, lo sottolinea “più del 50% degli eterosessuali” sono preoccupati, in particolare “i migranti”. Un altro fattore importante è che queste persone si trovano principalmente fuori dalle grandi città, “in periferia, in campagna”. “Dobbiamo andare verso l’esterno”chiama Yazdan Yazdanpanah che esige “più mezzi” per andare a trovare queste persone “vulnerabile” per rilevarli meglio.

Per alcuni, soprattutto tra le generazioni più giovani, la paura costituisce anche un ostacolo allo screening. “È vero, è una malattia difficile ma dovete sapere che abbiamo la cura e con questa cura viviamo bene” assicura il direttore dell’Agenzia nazionale per la ricerca sull’AIDS.

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