“Ho accettato di candidarmi alle elezioni presidenziali dell’ottobre 2025 perché credo profondamente che ogni ivoriano, qualunque sia la sua condizione, sia capace, se lo vuole davvero, di superare ogni tipo di sfida per sognare, creare, realizzare costruire e avere successo”, ha dichiarato la signora Gbagbo, durante la prima convention del Movimento delle generazioni capaci (MGC), il suo gruppo politico, a Moossou, vicino ad Abidjan.
“Vorrei farvi un’offerta audace: quella di costruire una Costa d’Avorio totalmente trasformata, modernizzata e prospera, in un’Africa disinibita, sviluppata, attrezzata, essenziale, forte e rispettata da tutti”, ha aggiunto.
Simone Gbagbo, 75 anni, è stata la moglie del presidente Laurent Gbagbo al potere dal 2000 al 2011, periodo durante il quale era soprannominata la “Lady di ferro”.
È stata arrestata contemporaneamente a suo marito nell’aprile 2011, a seguito di una sanguinosa crisi post-elettorale tra il campo di Gbagbo e quello di Ouattara che ha provocato circa 3.000 morti.
Il loro divorzio, richiesto al suo ritorno ad Abidjan nel giugno 2021 da Gbagbo dopo la sua assoluzione da parte della giustizia internazionale, è stato ufficialmente pronunciato nel 2023.
Condannata nel 2015 nel suo Paese a 20 anni di carcere per “aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato”, la signora Gbagbo ha beneficiato di una legge di amnistia nel 2018, in nome della “riconciliazione nazionale”.
Sabato ha affermato in particolare di voler “costruire una grande nazione ivoriana, riconciliata, forte, piena di giustizia ed equità”.
Le prossime elezioni presidenziali si terranno nell’ottobre 2025 in Costa d’Avorio.
Per il momento, oltre alla signora Gbagbo, sono stati dichiarati altri tre candidati: l’ex presidente Laurent Gbagbo, tuttora ineleggibile a una pena di 20 anni di carcere per fatti legati alla crisi del 2010-2011, l’ex primo ministro ministro Pascal Affi N’Guessan e l’ex ministro del Commercio Jean-Louis Billon.
Il presidente Alassane Ouattara non ha ancora indicato se intende candidarsi o meno per un quarto mandato.