Il capo della RN Marine Le Pen ha dato “fino a lunedì” al primo ministro Michel Barnier di tener conto della “linee rosse” del suo partito sul bilancio della previdenza sociale.
Il Raggruppamento Nazionale continua a minacciare di votare la prossima settimana la censura del bilancio della Previdenza Sociale “il governo non sembra volersi muovere”ha dichiarato sabato a Les Echos il deputato Jean-Philippe Tanguy, specialista in questioni economiche della RN. “Aspettiamo di vedere lunedì il progetto di bilancio della Previdenza sociale per trarne le conseguenze. Se il testo non verrà evoluto e il governo deciderà sul 49.3, voteremo per la censura.dichiara.
Lo ha dato la leader della RN Marine Le Pen “fino a lunedì” al primo ministro Michel Barnier di tener conto della “linee rosse” del suo partito su questo bilancio della Previdenza Sociale, uno dei tre testi che rischiano di portare alla caduta del governo, con il bilancio dello Stato 2025 e il disegno di legge di fine gestione 2024. La RN tiene conto della concessione fatta giovedì da Michel Barnier che aveva rinunciato ad aumentare le tasse sull’elettricità.
“Le nostre linee rosse sono le stesse fin dall’inizio”
Il bilancio della Previdenza Sociale dovrà ritornare lunedì all’Assemblea Nazionale per l’adozione. Senza maggioranza, Michel Barnier potrebbe attivare l'articolo 49.3 della Costituzione che consente l'approvazione senza voto, ma espone il governo a una mozione di censura. E se la RN votasse una mozione di censura della sinistra, il governo cadrebbe. “Le nostre linee rosse sono le stesse dall’inizio della discussione sul bilancio e non ci tireremo indietro su nessuna delle nostre richieste. Non si tratta di scendere a compromessi sulla rivalutazione di tutte le pensioni dal 1° gennaio”ha dichiarato in particolare Jean-Philippe Tanguy a Les Echos. “È un casus belli. È una questione di giustizia sociale e una questione economica lottare contro il risparmio eccessivo e rilanciare i consumi”ha aggiunto.
Per risparmiare denaro, il governo inizialmente voleva posticipare l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione di sei mesi, al 1° luglio. Ma poi ha accettato che tutte le pensioni sarebbero state aumentate della metà dell’inflazione il 1° gennaio 2025, con un secondo recupero per le pensioni più piccole sei mesi dopo.