In un processo che mira a restituire un’immagine di serietà all’istituzione, il Parlamento vallone aveva anche chiesto alla Corte dei conti di esaminare i suoi conti 2023, cosa che la Corte ha fatto. Il suo rapporto è appena arrivato. E’ gratinato.
1. Controllo dei sussidi ai gruppi politici
Dal 2014, un regolamento prevede che il registro effettui controlli sul corretto utilizzo dei sussidi di funzionamento concessi ai gruppi politici rappresentati nel Parlamento vallone. “La normativa interna prevede che il registro controlli l’utilizzo del contributo per gli scopi previsti sulla base dei conti annuali presentati dai gruppi. In caso di sottoutilizzo, di spese non conformi o di presentazione tardiva dei conti, l’Ufficio di presidenza può decidere di limitare la sovvenzione all’importo debitamente giustificato e chiedere il rimborso al gruppo politico interessato. Il Parlamento vallone non ha attuato questo controllo. Non viene pertanto avanzata alcuna richiesta di rimborso o di limitazione della sovvenzione.si legge nel rapporto. La Corte sottolinea anche la mancanza di controllo della sovvenzione che consente ai gruppi di remunerare i propri collaboratori. “Non viene messo in atto alcun controllo per garantire che i dipendenti non siano finanziati da un’altra assemblea per la stessa funzione.” Va notato che, sotto la legislatura precedente, alcuni collaboratori erano retribuiti da diverse assemblee. È diverso oggi?
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2. Le spese dei parlamentari
Il Parlamento vallone versa ai deputati, oltre allo stipendio mensile, un’indennità di spesa esentasse pari al 28% dello stipendio. Tuttavia, i regolamenti del Parlamento non specificano la natura dei costi coperti. La Corte dei Conti si basa su una legge del 1995 che riguarda “lo status fiscale dei membri delle assemblee parlamentari” per definirli. Vale a dire le spese di rappresentanza, le spese d’ufficio, le spese di pubblicazione e alcune spese di viaggio. A tale risarcimento si aggiunge, precisa la Corte,”la concessione di sussidi per contribuire al suo equipaggiamento di comunicazione (3.500 euro per legislatura) o seguire una formazione linguistica (5.000 euro); copertura di alcuni costi (linea telefonica fissa, connessione internet, abbonamento smartphone, ecc.); la fornitura di un tablet digitale, di una tessera di accesso al parcheggio Beffroi e di un abbonamento per le biciclette; copertura di varie polizze assicurative”. I membri dell’Ufficio di presidenza ricevono anche un sussidio “comunicazione” di 750 euro per legislatura per finanziare un sussidio “comunicazione” di 750 euro per legislatura per finanziare unsmartphone” e un contributo mensile di 150 euro per le spese telefoniche o di accesso a internet. “La mancata definizione dei costi coperti dall’indennità parlamentare e dei benefici aggiuntivi concessi crea il rischio di una doppia copertura di alcuni costi. indica la Corte.
3. Benefici in natura per i parlamentari
In Belgio, alcuni beni o servizi finanziati da un datore di lavoro e che costituiscono oggetto di uso privato da parte del dipendente sono considerati prestazioni in natura. Devono quindi essere considerati parte della retribuzione. Tali prestazioni in natura sono soggette al pagamento di imposte e contributi previdenziali. Nel Parlamento vallone una sola cosa è considerata una prestazione in natura: il veicolo messo a disposizione del Presidente dell’Assemblea. La Corte rileva una violazione ritenendo che “Non esiste alcun accordo d’uso concluso tra il Parlamento e i deputati che definisca l’ambito dell’uso professionale, in particolare per la fornitura di un tablet o la concessione di abbonamenti telefonici.
4. Le spese del cancelliere ad interim
Dopo l'”affare”, il registro è stato diretto da un cancelliere ad interim. Quest’ultimo ha diritto alle note spese. Finora niente di problematico. Ma la Corte sottolinea il fatto che “sSecondo la procedura attuale, le note spese dell’impiegata vengono convalidate da lei e dal direttore delle risorse umane. Il titolare del trattamento è quindi anche il controllato nel caso specifico.
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5. Registro carte di credito
I servizi di registrazione del Parlamento vallone dispongono di diverse carte di credito per pagare alcune spese. La Corte dei Conti ha quindi rilevato che il contabile del Registro che “effettua, convalida e approva le spese”hanno beneficiato di una di queste carte di credito. Anche in questo caso è il controllore stesso ad approvare le sue spese. Si rileva inoltre che diverse spese legate a queste carte di credito non sono state oggetto di documenti giustificativi, che alcune di esse non sono approvate dal direttore ad hoc, che alcuni ordini di acquisto non sono approvati dal commesso o che “che l’importo indicato nel modulo d’ordine non corrisponde a quello dell’ordine”.
La relazione della Corte dei conti è stata trasmessa dall’Ufficio alla commissione di contabilità istituita durante la precedente legislatura.