Patrick Stefanini, esponente repubblicano, nominato rappresentante speciale del ministro dell'Interno per l'immigrazione

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Questa nomina arriva in un momento in cui il governo è tenuto a impegnarsi nei confronti della RN per evitare la censura dei suoi testi di bilancio.

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Pubblicato il 29/11/2024 15:54

Aggiornato il 29/11/2024 16:06

Tempo di lettura: 2 minuti

type="image/avif">>Patrick Stefanini, 4 marzo 2017 a Aubervilliers (Seine-Saint-Denis). (MARTIN BUREAU/AFP)>>
Patrick Stefanini, 4 marzo 2017 a Aubervilliers (Seine-Saint-Denis). (MARTIN BUREAU/AFP)

Una figura repubblicana per aiutare nella lotta all'immigrazione. L'ex prefetto Patrick Stefanini è stato nominato, venerdì 29 novembre, rappresentante speciale del ministro dell'Interno per l'immigrazione. “Questa nomina rientra nella ferma volontà del Ministro degli Interni di lottare per un migliore controllo dei flussi migratori e per rafforzare la sicurezza dei francesi”ha affermato il ministero in un comunicato stampa.

Patrick Stefanini, 71 anni, è legato a molti personaggi della storia recente di LR. Lui è stato il principale ispiratore della politica migratoria sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy, in qualità di segretario generale del Ministero dell’Immigrazione, dell’Integrazione e dell’Identità Nazionale. Successivamente ha diretto le campagne presidenziali di François Fillon, nel 2017, e di Valérie Pécresse, nel 2022.

La sua nomina arriva in un momento in cui il governo è tenuto a impegnarsi nei confronti della RN per evitare la censura dei suoi testi di bilancio. “Questa lettera di missione fa parte (…) di una riconquista della sovranità della Francia in materia di politica migratoria”ha commentato l'ex prefetto in un'intervista a Partita di Parigi.

Secondo il Viminale il responsabile sarà Patrick Stefanini “la conclusione di nuovi accordi o intese bilaterali di riammissione con i paesi di origine dell’immigrazione e del transito”e l'eventuale rinegoziazione degli accordi esistenti. L'obiettivo sarà quello di facilitare l'espulsione degli stranieri, talvolta bloccati dai Paesi di origine.

“Una delle sfide importanti della sua missione sarà l’inclusione di clausole di riammissione per i cittadini di paesi terzi e gli apolidi, sia per accordi nuovi che esistenti”sottolinea il comunicato stampa. Queste clausole permetterebbero di aggirare l’attuale divieto di espellere uno straniero verso il suo Paese d’origine se è in preda a una guerra o “in caso di rischio di trattamenti inumani o degradanti”.


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