I loro vantaggi esaminati. I lavori parlamentari riportati da diversi media negli ultimi giorni rivelano un aumento delle spese degli ex primi ministri dopo il loro mandato a Matignon. Alla ricerca di risparmi significativi, l'esecutivo invita gli ex capi di governo a “sforzarsi” sui costi dei vantaggi a loro disposizione, a spese dei contribuenti. La squadra di Michel Barnier ha confermato a Le Parisien che sono in corso trattative per ridurre alcuni consensi, ma anche un certo numero di ex membri del governo.
Secondo questo rapporto speciale di bilancio pubblicato sul sito dell'Assemblea nazionale dalla deputata (LR) del Giura Marie-Christine Dalloz, undici ex primi ministri ancora in vita, da Édith Cresson a Jean Castex, hanno beneficiato nel 2023 dei servizi garantiti agli ex capi del governo inquadrato da un decreto adottato nel 2019. Il testo prevede che possano avere accesso “su loro richiesta” a un segretario particolare per un periodo di dieci anni, e fino a 67 anni massimo, nonché un veicolo e un conducente, questa volta a tempo indeterminato.
Nell'ultimo anno, queste spese a carico dei contribuenti sono aumentate a 1,42 milioni di euro, rispetto a 1,28 milioni di euro nel 2022, con un aumento dell'11%, rileva il documento redatto dal relatore speciale della commissione Finanze, citato da Politico e Le Figaro.
Cazeneuve, Villepin e Raffarin sono i più spendaccioni
Nel dettaglio, le spese più pesanti registrate lo scorso anno sono state quelle di Bernard Cazeneuve (201.387 euro), Dominique de Villepin (197.534 euro) e Jean-Pierre Raffarin (167.467 euro): solo per loro sono state quantificate in oltre mezzo milione di euro 2023, secondo il rapporto di Marie-Christine Dalloz. L’ex primo ministro socialista, il più longevo di tutti (a Matignon da dicembre 2016 a maggio 2017), è primo nelle spese spese, con più di 200mila euro spesi, gran parte dei quali dedicati alle spese del personale.
Dietro questo trio di punta, anche altri ex capi di governo hanno superato la soglia dei 100.000 euro: Manuel Valls, Édith Cresson, François Fillon e Édouard Balladur che si attestavano rispettivamente a 142.599 euro, 154.730 euro e 103.749 euro nel 2023. L'aumento maggiore è firmato da Manuel Valls: l'ex socialista ha realizzato un salto di qualità 259% tra il 2022 e il 2023, con un costo che passerà da 39.682 euro a 142.599 euro.
Altri sono meno propensi, come Alain Juppé, che ha trascorso due anni a Matignon sotto la presidenza di Jacques Chirac e ha speso 83.546 euro nel 2023, o ancora Jean-Marc Ayrault, alla guida del primo governo di François Hollande (81.272 euro). Ma l'ex primo ministro che spende meno resta Jean Castex, ancora attivo come capo della RATP, con i suoi 3.607 euro.
Da notare che alcuni ex primi ministri non ricevono questi compensi, come il presidente del Consiglio costituzionale Laurent Fabius o il sindaco di Le Havre Édouard Philippe, che già beneficiano di altri vantaggi in virtù del servizio pubblico e del mandato eletto locale del primo ministro del secondo. Nemmeno gli ultimi due inquilini di Matignon prima di Michel Barnier, Élisabeth Borne e Gabriel Attal, compaiono nel rapporto 2023, il primo era in carica quell'anno mentre il secondo non era mai stato in carica prima.
I Primi Ministri uscenti potranno inoltre continuare a ricevere per tre mesi un compenso equivalente a quello ricevuto al governo. Compenso che attualmente ammonta a 15.900 euro lordi mensili. Hanno anche diritto alla protezione della polizia a vita. Di questi ultimi non si tiene conto nella relazione di Marie-Christine Dalloz.
Il rapporto esamina anche la busta pagata per le spese degli ex presidenti ancora in vita, un dossier di cui il governo non ha fatto menzione. Secondo il rapporto parlamentare, nel 2023 sono stati pagati 1,32 milioni di euro per Nicolas Sarkozy e François Hollande, che beneficiano di numerosi vantaggi, tra cui un ufficio dedicato o la messa a disposizione di locali a carico dello Stato. Una somma scesa del 5,4% in un anno.