Aderenza teorica vs. accettazione quotidiana
Secondo l’indagine, sono diffusi atteggiamenti positivi nei confronti della comunità LGBTQIA+, soprattutto in termini di valori e libertà individuali. Ma non appena si tratta di basi giuridiche concrete, di regolamenti istituzionali o anche di disposizioni pratiche, l’apertura e la disponibilità a sostenere diminuiscono. Lo stesso vale per la visibilità quotidiana dei diversi stili di vita.
“Gli uomini, gli anziani, coloro che si identificano come di destra o hanno un credo religioso tenderanno a essere meno interessati alle preoccupazioni e alle sfide delle persone LGBTQIA+ e a mostrare atteggiamenti di rifiuto. In generale, l’opinione che questi temi occupino troppo spazio nel discorso pubblico, mediatico e politico è relativamente diffusa», spiega Cloé Jans.
Nel complesso, la maggioranza della popolazione riconosce l’espressione dell’orientamento sessuale come un diritto umano. Ma allo stesso tempo metà della popolazione è turbata dal fatto che due uomini si baciano per strada. “C’è un certo divario e una certa contraddizione tra l’adesione teorica ai valori e l’accettazione pratica nel quotidiano”, sottolinea Marc Schmid, di Queeramnesty.
In Svizzera più discriminazione che nel resto d’Europa
Una persona su tre nella comunità LGBTQIA+ afferma di aver subito violenza fisica o sessuale negli ultimi cinque anni. Una percentuale significativa degli intervistati ha affermato di subire regolarmente discriminazioni. Secondo lo studio di prevalenza effettuato tra la comunità LGBTQIA+, sulla base di un sondaggio di riferimento nell’Unione Europea, il livello di violenza e discriminazione è più elevato in Svizzera rispetto alla media europea. Il settore sanitario sarebbe particolarmente colpito.
“Certamente, la crescente visibilità delle persone LGBTQIA+ tra il pubblico, nonché i progressi nel diritto e nella legislazione, hanno contribuito a ridurre i pregiudizi, l’intolleranza e la violenza. Ma l’agitazione politica contro le persone trans e intersessuali riduce in parte questo progresso a zero», giudica Marc Schmid.
Di conseguenza, le organizzazioni chiedono misure urgenti di protezione da parte dei politici e delle autorità per prevenire la violenza e l’odio, e per una maggiore accettazione dei gruppi minoritari all’interno della società. Chiedono in particolare un’estensione dello standard penale antidiscriminatorio alle persone trans e a quelle con variazioni delle caratteristiche sessuali, punti di contatto istituzionalizzati, un piano d’azione nazionale contro i crimini d’odio e una raccolta pubblica regolare e finanziata di dati.
Anche le autorità svizzere devono riconoscere la propria responsabilità nella protezione delle persone LGBTQIA+ e agire attivamente contro ogni forma di violenza e discriminazione queerfobica.