Per placare la rabbia dei dipartimenti, preoccupati per il loro bilancio, il primo ministro Michel Barnier ha annunciato venerdì 15 novembre la possibilità di aumentare il tetto delle imposte sulle transazioni immobiliari. Insomma, aumentare le spese notarili. Te lo spiegheremo.
Cosa sono le spese notarili?
Il termine è “improprio”, rispondono i notai di Francia. Infatti, durante una transazione immobiliare, l'acquirente paga dei costi di acquisizione che vengono aggiunti al prezzo dell'immobile. Si tratta di imposte prelevate dallo Stato al momento della vendita e non di una somma percepita dai notai. Si tratta di imposte dovute all'Erario Pubblico: imposte di trasferimento (o di registrazione), imposta catastale e IVA. Ma anche il rimborso delle spese sostenute dal notaio per predisporre la pratica, prima della firma dell'atto di vendita, e, infine, il compenso del notaio, definito con decreto dello Stato dal 2020.
I costi di acquisizione dipendono dal valore dell'immobile acquistato. Si tratta di circa l'8% negli immobili vecchi e dal 2 al 4% in quelli nuovi. Per una maggiore precisione, i notai francesi propongono un simulatore sul loro sito web.
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Cosa potrebbe cambiare nel 2025
Il primo ministro Michel Barnier prevede di aumentare il tetto delle tasse sui trasferimenti a titolo oneroso (DMTO) per alleviare le finanze dei dipartimenti. I dipartimenti possono fissare un tasso fino al 4,5% del prezzo di acquisto di un vecchio immobile. Potrebbe essere aumentato di 0,5 punti per cinque anni.
I DMTO rappresentano un quinto delle entrate dei dipartimenti e negli ultimi due anni sono diminuiti drasticamente a causa della crisi del mercato immobiliare.
L’attuazione di questa misura dipenderà dall’esito dei dibattiti sul Bilancio 2025 e dalla decisione presa da ciascun dipartimento che sarà libero di recepirlo o meno. Se questa sarà la loro scelta, l’aumento non sarà effettivo prima della primavera del 2025.
Che effetto sul portafoglio?
Questo aumento “rischia di scoraggiare gli acquirenti della prima casa e di mettere a repentaglio la timida ripresa osservata dopo il calo dei tassi di interesse”stima Loïc Cantin, presidente della Federazione nazionale dell'immobiliare (Fnaim), che ricorda anche “l’impennata delle tasse sulla proprietà”. Su una transazione del valore di 250.000 euro, la banconota potrebbe aumentare di 1.250 euro, secondo i calcoli del broker Cafpi.