AA/Tunisi
L’inviato personale di Emmanuel Macron per l’Africa ha detto venerdì che non vi è alcuna “richiesta di partenza” delle truppe francesi da parte dei capi di stato di Gabon, Ciad e Costa d’Avorio.
Jean-Marie Bockel ha parlato in un’intervista a France 24.
Per molti dei nostri partner, ciò che conta domani non sarà “il numero” dei soldati francesi, ma “la qualità del partenariato”, ha affermato quello incaricato da Macron di riconfigurare il sistema militare francese istituito in Senegal, Costa d’Avorio, Gabon e Ciad.
In Senegal, il primo ministro Ousmane Sonko ha tuttavia dichiarato che la sovranità del suo Paese è “incompatibile con la presenza duratura di basi militari straniere in Senegal”, ricordano i media francesi. Ma Jean-Marie Bockel ritiene che il termine “sostenibile” suggerisca “che possono esserci molte prospettive a lungo termine”. Ricorda inoltre che il Senegal si trova attualmente “in una sequenza elettorale”, poiché lì le elezioni legislative dovranno svolgersi il 17 novembre.
Jean-Marie Bockel non smentisce le informazioni diffuse dalla stampa, secondo cui il numero delle basi in Gabon, Costa d’Avorio e Senegal potrebbe ridursi a un centinaio di uomini ciascuna, mentre le truppe francesi in Ciad contano complessivamente 300 uomini. Egli insiste sul fatto che queste basi verrebbero ora annesse ad una base nel paese ospitante, riferisce France 24.
Le raccomandazioni relative al numero di soldati che rimarranno in servizio sono contenute in un pre-rapporto riservato, recentemente presentato al Presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda il ritiro delle truppe francesi dal Mali, dal Niger nel 2022, poi dal Burkina Faso nel 2023 – spesso descritto come “un fallimento per Parigi” – Jean-Marie Bockel qualifica: “Un fallimento politico, sicuramente, un fallimento tattico e militare, No “. Secondo lui, il Mali, il Burkina Faso e il Niger “forse non esisterebbero più” senza l’operazione Barkhane, creata per combattere i gruppi jihadisti nel Sahel, sottolineano infine i media francesi.
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