Intimidire, non uccidere
Dylan D., accusato di essere l’autore degli accoltellamenti mortali, ha confessato il suo coinvolgimento il 7 gennaio 2021, poco più di tre mesi dopo i fatti. Un secondo imputato, Yasser A., ha confessato all’inizio del processo, lunedì 4 novembre. “Ho deciso di dirti la verità. Mi dispiace e offro le mie condoglianze. Risponderò a tutte le tue domande“, dichiarò Yasser A. che fino ad allora aveva sempre negato i fatti. “Ho rimorso. È stato un atto spregevole, ma ero accecato. Oggi non so nemmeno perché ho accettato di farlo“.
Yasser A. ha affermato in particolare di aver agito su ordine di Youssef A. che gli avrebbe offerto 4.000 euro per “intimidire” Frank Goes. Non sentendosi capace, chiamò Dylan D.
Un influente imprenditore ucciso per strada, per ordine di un suo concorrente?
Di fronte a queste confessioni a cascata, Youssef A. si è difeso, spiegando che si trattava di invenzioni da parte degli altri imputati. Ma durante l’udienza di martedì 12 novembre l’uomo ha finito per confessare. Fornendo la “sua” versione dei fatti.
“Ti spiegherò.”
“Vi spiegherò la storia, cominciò. Il signor Yaser A. si è rivolto a me più volte per sapere se non avevo lavoro per lui.”. Finirà per affidargli una missione, dice Youssef A., ovvero intimidire un concorrente diventato troppo fastidioso: Frank Goes. Anche se ha ammesso di aver offerto la somma di 4.000 euro per quest’opera, Youssef A. insiste: non si trattava di uccidere nessuno. “Mi vergogno. Chiedo perdono”, ha aggiunto.
Assise di Bruxelles: uno degli imputati è stato filmato davanti agli uffici della vittima
In questo caso sono indagati anche altri due individui. Se in questo momento sono ancora negazionisti, non è escluso che anche loro finiscano per “andare al tavolo”, come si dice in gergo. Resta da vedere se questo susseguirsi di confessioni avrà effetti sulle sentenze che riceveranno gli imputati, se sarà verificato il principio della “colpa confessata e semiperdonata”…
